VENDE PALLONCINI IN STRADA PER PAGARE GLI STUDI, DEDICA LA LAUREA A CHI LO DERIDEVA

Lui è Eduardo. Vive in Messico. Ama la scuola e lo studio. Le ore di matematica lo tengono incollato alla sedia. Si diploma a pieni voti, non ha dubbi sulla sua strada. Vuole studiare Economia. Eduardo ne parla con i genitori, sorride, intanto la mente sogna, si immagina con la laurea in mano e tutto il futuro davanti. Mamma e papà hanno le lacrime agli occhi. Tesoro, ci dispiace non abbiamo soldi. Eduardo torna con i piedi a terra. Guarda i genitori che si spaccano la schiena ogni giorno per dargli un tetto sulla testa. Si sente piccino. Basta chiedere, è il momento di dare. Li abbraccia. Ce la farò, ve lo prometto. Esce e cerca un lavoro. Entra in bar, ristoranti, negozi. Non trova posto nemmeno per pulire i bagni. Non demorde. Con i risparmi compra dei palloncini. Se li mette in spalla e li vende agli angoli delle strade. I bambini accorrono. Chiedono quello a forma di cane, di macchina, di principessa. Eduardo inizia a tirare su qualcosa, paga l’iscrizione all’università. Segue le lezioni, poi torna in strada. Cammina sotto la pioggia, sotto il sole. Studia di notte, la mattina all’alba ricomincia il giro. Qualche compagno lo riconosce. Ride. Fai il venditore ambulante, che pezzente. Eduardo è stanco. Si chiede se davvero ne vale la pena. Un bambino gli mostra due monetine, lo ringrazia, i suoi palloncini sono bellissimi. Eduardo stringe i denti. Macina un esame dietro l’altro. È maggio. Eduardo indossa l’unico abito buono che possiede. Discute la tesi, dice che ogni lavoro va rispettato e valorizzato, anche quello più umile. I professori gli stringono la mano. Congratulazioni Dottore! Eduardo ride, piange. Eccome se ne è valsa la pena. Ringrazia chi ha riso di lui, e tutte quelle famiglie che senza saperlo l’hanno aiutato a realizzare il suo sogno. Vuole fare il contabile, aiutare mamma e papà.