Lei è Milva Giorgetti, vive a Cesenatico, in Emilia-Romagna.
Stava guidando, ha visto un uomo a bordo strada che urlava disperato: “Aiuto, mio figlio sta morendo”.
Si è fermata e ha subito capito che il bambino aveva una crisi epilettica.
Milva conosceva le manovre da adottare, perché le aveva già usate per uno dei suoi figli.
Ha messo in sicurezza il piccolo e aspettato i soccorsi.
Il giorno dopo, il padre ha scritto un appello sui social: voleva ringraziare la donna che aveva salvato la vita di suo figlio.
Il messaggio è arrivato e Milva si è presentata in ospedale: “Ci siamo abbracciati come se fossimo della stessa famiglia”.
Stava guidando, ha visto un uomo a bordo strada che urlava disperato: “Aiuto, mio figlio sta morendo”.
Si è fermata e ha subito capito che il bambino aveva una crisi epilettica.
Milva conosceva le manovre da adottare, perché le aveva già usate per uno dei suoi figli.
Ha messo in sicurezza il piccolo e aspettato i soccorsi.
Il giorno dopo, il padre ha scritto un appello sui social: voleva ringraziare la donna che aveva salvato la vita di suo figlio.
Il messaggio è arrivato e Milva si è presentata in ospedale: “Ci siamo abbracciati come se fossimo della stessa famiglia”.
“Stavo guidando, l’auto davanti ha accostato, è sceso un uomo, urlava chiedeva aiuto: suo figlio stava morendo.
L’ho raggiunto, il bambino era paonazzo, in preda alle convulsioni.
Ho capito subito che stava avendo una crisi epilettica.
Uno dei miei figli ne aveva sofferto in passato, per cui sapevo come intervenire.
Ho messo il piccolo a terra e l’ho girato su un fianco, nel frattempo ho chiamato il 118.
Il dottore ha confermato che andava bene tenerlo in quella posizione senza toccarlo.
L’ho coperto con la mia giacca e dopo qualche minuto il bambino si è svegliato e ha iniziato a piangere. Era salvo”.