È celiaca. Ha una pasticceria panificio dove sforna alimenti senza glutine, mentre sui social sensibilizza sulla malattia.
Pochi giorni fa, un ristorante le ha chiuso le porte in faccia, solo perché è celiaca.
Valentina si è sentita discriminata.
Esistono tutti gli strumenti per essere inclusivi, il primo è la conoscenza.
“Per la prima volta mi è stato detto in un ristornate: noi non accettiamo i celiaci.
Mi sono sentita esclusa, diversa e sbagliata. Eppure sono abituata alla disinformazione e all’ignoranza.
Non accettare qualcuno in un locale pubblico a causa della sua malattia, è una grande discriminazione.
Questa frase mi ha davvero ferita.
Sono stata esclusa per qualcosa che non ho scelto, ma che fa parte di me, come il colore della pelle, il genere, l’altezza…
Io ho i mezzi per gestire la frustrazione e la rabbia, ma un adolescente o un bambino come si sarebbero sentiti?
Ad oggi abbiamo tutte le possibilità per essere inclusivi, informati e rispettosi. Questo atteggiamento non è giustificabile.
Quello che fa la differenza è la conoscenza: se si conosce la celiachia si sa come preparare un pasto in sicurezza, con poche e semplici attenzioni”.