UN RAGAZZO DI 16 ANNI VEDE 4 BAMBINI ANNASPARE TRA LE ONDE: SI TUFFA, LI SALVA, NON RIEMERGE

Lui è Bryce. Ha 16 anni. Vive ad Atlanta negli Stati Uniti. È un ragazzo gentile e altruista. È aprile, i genitori propongono di una vacanza in Florida. Bryce prepara al volo la valigia, non sta nella pelle. Arriva, si guarda intorno. L’aria è tiepida, il sole è alto, il mare una favola. Bryce fa tante attività, stringe nuove amicizie. Un giorno i genitori vanno a visitare la città vicina, Bryce preferisce una passeggiata sulla spiaggia. Gusta la sabbia calda sotto i piedi, il fragore delle onde. Libera la mente, si sente in pace. Un rumore improvviso lo riporta sulla terra. Bryce tende l’orecchio. Sembra che qualcuno stia gridando. Segue la voce. Ci sono quattro bambini in mezzo al mare mosso. Urlano, si sbracciano, le onde li trascinano più. Bryce si guarda intorno, cerca aiuto, ma la spiaggia è deserta. Toglie le scarpe, e si tuffa. L’acqua è ghiacciata. Bryce dà una bracciata dopo l’altra, sbatte contro le onde. Va sotto, torna a galla. Il cuore batte a mille. I bambini si fanno più vicini. Allunga una mano, afferra quella di un piccolo, gli tiene la testa fuori dall’acqua. Riesce a portarlo vicino a degli scogli. Il bambino si aggrappa, intanto Bryce recupera gli altri tre. I piccoli fanno una catena umana e si tengono stretti. Bryce prova a raggiungerli, ma l’oceano inizia ad agitarsi. Le onde ruggiscono, lo ricacciano indietro. Bryce nuota con tutte le sue forze, ma la spiaggia è sempre più lontana. Arrivano i soccorsi. Qualcuno si tuffa, prova a raggiungerlo. Bryce non stacca gli occhi dai quattro bambini. Pensate a loro, tirateli fuori. Fa uno sforzo enorme per restare a galla. Braccia e gambe gli fanno un male cane. Ha freddo. Le onde lo sovrastano. I bambini lo fissano tra le lacrime, sono sani e salvi, al sicuro tra le braccia dei genitori. Bryce sorride. Ce l’ha fatta. Chiude gli occhi, e si lascia andare.