Un bambino di 7 anni nuota per oltre un’ora: salva il padre e la sorellina

Lui è Chase. Ha 7 anni. Vive in Florida. È il 2021. Fa una gita in barca con il papà e la sorellina. Si tuffa in mare, si immerge, gioca con Abigail. Poi cerca di avvicinarsi alla barca, ma qualcosa lo tira lontano. Una corrente fredda lo risucchia. Chase muove braccia e piedi come un forsennato, non avanza di un centimetro. Getta un occhio alla sorellina. Abigail agita le manine, è terrorizzata. Chase si sbraccia, urla. Il padre li raggiunge, lotta per stare a galla e tenere la testa di Abigail fuori dall’acqua. Poi lo guarda negli occhi. Figlio mio, la corrente è troppo forte, non riesco a nuotare con tua sorella, vai, cerca aiuto, pensaci tu, ti voglio bene. Chase osserva la riva. È una striscia lontana. Ha un groppo in gola, vorrebbe aggrapparsi al papà e piangere, ma Abigail è disperata. Chase fa un gran respiro. Punta gli occhi sulla spiaggia. Fa una bracciata dietro l’altra. Spinge con le gambe più che può. La corrente lo ributta indietro. Chase nuota ancora più forte. Il corpo gli fa un male cane. Non ci bada. Guarda dritto davanti a sé. Batte i piedi, affonda un braccio, va a fondo, riemerge, lotta con le onde finché d’improvviso tocca qualcosa con la punta del piede. È il fondale! Chase aumenta i giri, sbraccia, si mette in piedi, e finalmente corre sulla sabbia. Si butta a terra. È distrutto. Riprende fiato. All’orizzonte scorge due puntini lontani. Scatta in piedi, e si trascina fino alla casa più vicina. Aiuto, salvate il mio papà e la mia sorellina vi prego. I soccorritori si tuffano in mare. I minuiti sono infiniti. Chase prega con tutto se stesso, piange. Poi sente il suo nome. Qualcuno lo sta chiamando. Chase alza gli occhi. Il papà e Abigail lo stringono tra le braccia. Sono vivi, stanno bene. La gente accorre, dicono che ha nuotato per più di un’ora, sfidando la corrente, lo chiamano eroe. Chase non vede e non sente nulla. Sprofonda tra le braccia del papà. Finalmente può riposare.