Lei Annick Mireille Blandine.
Nel 2014 ha salutato i suoi due figli e lasciato la Costa d’Avorio per arrivare in Italia.
L’ha fatto per il loro futuro.
Ha lavorato come badante, poi in un albergo di Firenze.
Si alzava alle 4 del mattino, faceva un’ora di tragitto in autobus. Finiva il turno e alle 16 era di nuovo a casa dopo un’altra ora di viaggio. Così tutti i giorni.
Annik risparmiava su tutto, a volte non accendeva neanche il riscaldamento. Tutto quello che aveva lo usava per i figli.
Un anno fa ha inoltrato la domanda di ricongiungimento familiare, una pratica che necessita di poche settimane. La legge prevede un massimo di 120 giorni.
Ma come spesso accade in Italia, i tempi della burocrazia non sono mai quelli che dovrebbero.
È passato un anno senza che Annik ricevesse risposta. Ormai non ci sperava più.
Poi finalmente, il via libera è arrivato.
I suoi figli si stavano preparando al viaggio, Annik non vedeva l’ora di riabbracciarli.
Il 28 novembre, racconta il Corriere, ha avuto un infarto fulminante mentre faceva la doccia per andare al lavoro,
Annik è morta a 37 anni, senza la gioia di aver almeno rivisto i suoi figli.
È morta sola, perché la burocrazia in questo paese non guarda in faccia nessuno.
Perché lo Stato permette che una madre debba aspettare oltre un anno per rivedere i suoi figli, quando basterebbero solo 30 giorni.
Ora il borgo toscano di Dicomano dove abitava, vorrebbe adottare quei ragazzi rimasti senza mamma.
Nel 2014 ha salutato i suoi due figli e lasciato la Costa d’Avorio per arrivare in Italia.
L’ha fatto per il loro futuro.
Ha lavorato come badante, poi in un albergo di Firenze.
Si alzava alle 4 del mattino, faceva un’ora di tragitto in autobus. Finiva il turno e alle 16 era di nuovo a casa dopo un’altra ora di viaggio. Così tutti i giorni.
Annik risparmiava su tutto, a volte non accendeva neanche il riscaldamento. Tutto quello che aveva lo usava per i figli.
Un anno fa ha inoltrato la domanda di ricongiungimento familiare, una pratica che necessita di poche settimane. La legge prevede un massimo di 120 giorni.
Ma come spesso accade in Italia, i tempi della burocrazia non sono mai quelli che dovrebbero.
È passato un anno senza che Annik ricevesse risposta. Ormai non ci sperava più.
Poi finalmente, il via libera è arrivato.
I suoi figli si stavano preparando al viaggio, Annik non vedeva l’ora di riabbracciarli.
Il 28 novembre, racconta il Corriere, ha avuto un infarto fulminante mentre faceva la doccia per andare al lavoro,
Annik è morta a 37 anni, senza la gioia di aver almeno rivisto i suoi figli.
È morta sola, perché la burocrazia in questo paese non guarda in faccia nessuno.
Perché lo Stato permette che una madre debba aspettare oltre un anno per rivedere i suoi figli, quando basterebbero solo 30 giorni.
Ora il borgo toscano di Dicomano dove abitava, vorrebbe adottare quei ragazzi rimasti senza mamma.