Era sul balcone di casa, ha visto un bambino di 4 anni cadere nel fiume.
Non ci ha pensato un istante, è corso fuori e si è tuffato.
Il bambino era già sott’acqua.
Se non fosse stato per il tempismo e l’umanità di Santiago, forse non ce l’avrebbe fatta.
“Mentre davo da mangiare a Pancho ho notato due bimbi che giocavano nel parcheggio che si affaccia sul fiume.
Pochi istanti dopo Pancho ha cominciato ad abbaiare e guaire: uno dei due bimbi era scivolato in acqua.
Non ho perso tempo, sono corso fuori casa. La madre piangeva con in braccio l’altro figlio. Mi sono tuffato.
Il piccolo era già sul fondo e non si muoveva più: mi sono immerso per prenderlo prima che la corrente lo trascinasse via.
L’ho portato in superficie, poi l’ho preso in braccio e l’ho scosso: dopo pochi istanti ha cominciato a tossire e ad espellere l’acqua.
Ma a quel punto, non avevo più la forza di tornare a riva e scavalcare il muretto con lui tra le braccia. Per fortuna sono arrivati i soccorsi.
Sono ancora sconvolto e provato: ho agito d’istinto e ho ancora parecchia adrenalina in corpo”.