Ha lavorato per 18 anni in un’azienda di Leinì, alle porte di Torino, gestiva i rapporti con le banche e i fornitori.
Al ritorno dalla seconda maternità, ha trovato la scrivania occupata.
L’hanno messa al centralino, senza nessuna spiegazione, fino a quando, poco tempo dopo, ha ricevuto la lettera di licenziamento giustificato.
Taglio dovuto ai rincari energetici, questa la motivazione dell’azienda.
Katia non riesce a darsi pace, vuole vederci chiaro.
Intanto i colleghi hanno indetto uno sciopero.
Ho lavorato in questa azienda per quasi vent’anni, mai mi sarei aspettata tutto questo.
Prima della maternità gestivo clienti, fornitori e rapporti con le banche. Mi sentivo una colonna portante dell’azienda.
Dopo il primo figlio mi hanno tolto solo qualche mansione, ma pensavo fosse normale.
Al rientro dalla seconda gravidanza, ho trovato la mia scrivania occupata: mi avevano cambiata di ruolo senza dirmelo.
Sono finita alla reception, ma non potevo rispondere al telefono, e non avevo neanche una email.
Non entrava nessuno, stavo sola, senza fare niente per tutto il giorno.
Ho chiesto più volte perché mi avessero messa lì, ma non me l’hanno mai spiegato.
Dopo due anni mi hanno licenziata dicendo di dover tagliare i costi. In pratica ero diventata un peso.
Non ho ancora firmato la lettera di licenziamento. Voglio vederci chiaro.