“Quando ho incontrato per la prima volta mio figlio adottivo, ero terrorizzato.
Mi tremavano le gambe, sudavo freddo e continuavo a ripetermi: che diavolo sto facendo?
Invece quel giorno di 12 anni fa è stato il momento più importante della mia vita.
All’inizio è stato molto faticoso, entrambi avevamo il terrore di affezionarci l’uno all’altro.
Michael ha passato i primi due anni a sfidarmi: voleva essere certo che non lo avrei abbandonato, e lo capisco.
Aprire del tutto il cuore era difficile anche per me che ero l’adulto, e quindi quello che doveva offrire certezze a entrambi.
Trovato l’equilibrio, però siamo diventati inseparabili e oggi posso dire di essere davvero il suo papà e, per questo, l’uomo più felice e fortunato del mondo.
Che si abbia un figlio biologico o meno, ciascuna persona può diventare padre o madre.
Sta a noi decidere che tipo di genitore vogliamo essere, e non è mai una scelta facile: serve impegno, dedizione, e spirito di sacrificio”.
Mi tremavano le gambe, sudavo freddo e continuavo a ripetermi: che diavolo sto facendo?
Invece quel giorno di 12 anni fa è stato il momento più importante della mia vita.
All’inizio è stato molto faticoso, entrambi avevamo il terrore di affezionarci l’uno all’altro.
Michael ha passato i primi due anni a sfidarmi: voleva essere certo che non lo avrei abbandonato, e lo capisco.
Aprire del tutto il cuore era difficile anche per me che ero l’adulto, e quindi quello che doveva offrire certezze a entrambi.
Trovato l’equilibrio, però siamo diventati inseparabili e oggi posso dire di essere davvero il suo papà e, per questo, l’uomo più felice e fortunato del mondo.
Che si abbia un figlio biologico o meno, ciascuna persona può diventare padre o madre.
Sta a noi decidere che tipo di genitore vogliamo essere, e non è mai una scelta facile: serve impegno, dedizione, e spirito di sacrificio”.
Lui è Roberto Spada, professionista di Cuneo, single.
A un certo punto la sua strada si è incrociata con quella di Michael, un bambino allontanato dalla famiglia d’origine.
Ha iniziato con l’affido, ha finito per adottarlo.
Ha imparato, dice al Corriere, che non si nasce genitori, ma tutti possono diventarlo, con impegno, dedizione e amore.
Lui e il suo Michael ora sono una famiglia.