Aveva trovato una stanza in affitto, ma il proprietario ha detto meglio di no, qui preferiamo inquilini italiani.
Menin è in Italia da 22 anni, studia Bioingegneria, lavora, è un atleta.
Non capisce perché debba essere discriminato solo per il colore della sua pelle.
Dopo la sua denuncia sui social, l’inquilino ha provato a spiegare che vivono già con uno straniero che sta imparando la lingua, e vorrebbe un italiano con cui dialogare.
“Ho risposto a un annuncio online per una stanza in affitto a Pavia in una casa condivisa.
L’inquilino mi ha detto che non ero il benvenuto: lui e gli altri membri della casa, preferiscono un ragazzo italiano.
La mia risposta: io sono italiano, studio, lavoro, che problemi avete?
In 22 anni di vita in Italia ho sentito le sferzate della discriminazione, ma non ho mai ricevuto un trattamento così razzista.
Mi permetto di parlare a nome di tutti quelli che si trovano nella stessa situazione: non preoccupatevi, non è colpa vostra.
È colpa di uno stato che si rifiuta di educare i propri figli, è colpa di uno stato che non riconosce di avere un serio problema.
È colpa dello stesso stato che non accetta lo straniero, ma è pronto ad approfittare dello stesso.
In altre situazioni sarei rimasto in silenzio, ma ho imparato che chi tace acconsente e io mi rifiuto di essere complice di questa vergogna.
Non posso sopportare che la generazione dopo la mia sia costretta ad accettare tutto ciò. Vergognatevi”.