Lui è Pablo. Vive a Medellin, in Colombia. Aiuta la mamma in casa, si prende cura del fratellino. Il padre è sempre fuori, quando torna sono botte per tutti. È notte. Pablo si sveglia di soprassalto. Ci sono rumori, grida soffocate. La sua mamma piange, intanto il padre fa i suoi porci comodi. Pablo è terrorizzato. Scappa. Una mano lo branca. Finisce a terra. Il padre è sopra di lui. Dentro di lui. Pablo chiude gli occhi. Non esiste più. Ha 9 anni. La madre viene uccisa dai narcos. Il padre scompare. Pablo è perso, spezzato. Finisce in un posto pieno di altri bambini, rimbalza da una famiglia all’altra, trova altre botte, altro odio. Vive per il fratellino, è la sua forza, il suo tutto. Un giorno arrivano un uomo e una donna. Sorridono, gli tendono la mano. Per la prima volta Pablo non si sente minacciato. Prova calore, come quando era tra le braccia della mamma. Si trasferisce con il fratello in Texas. I nuovi genitori sono buoni, comprensivi. Pablo è sereno, ma qualcosa dentro di lui si è rotto. Cerca di aggiustarlo con le droghe. Odio e rabbia svaniscono appena si butta in vena quello schifo. Ha 18 anni. È nella vasca, ago nel braccio. D’improvviso incrocia gli occhi terrorizzati del fratello. Rivede se stesso. E suo padre. Quell’uomo orribile che gli ha insegnato solo a odiare. Non può, non vuole dargliela vinta. Si arruola nei Marines. Si scontra con disciplina, responsabilità, durezza. È massacrante. Ed è un toccasana. Gli ripulisce il corpo e la mente. Pablo impara a credere in se stesso e a rispettarsi. Entra nelle forze speciali, opera in zone di guerra, trova la sua dimensione nel sacrificarsi per l’altro. Ha visto con i suoi occhi lo schifo che c’è nel mondo, eppure è proprio lì che la bellezza cresce più forte. E vuole fare di tutto per preservarla. Oggi Pablo ha 26 anni. È un uomo con dei valori, mette il rispetto e la famiglia al primo posto. Ama ognuna delle sue cicatrici, gli ricordano che si può cambiare, sempre. A breve nascerà suo figlio. Ha paura, ma sa che può insegnargli tanto. Sarà un padre, un buon padre.
Sono entrato nei Marines, mi sono messo alle spalle mio padre, la droga, le violenze
Storia di Pablo, cresciuto in orfanotrofio.
Altre storie simili:

Mia figlia cacciata da tre ospedali e lasciata morire. Come lo dirò alla sua bambina?
Lui è Stefano Fioravanti, vigile del fuoco di Frascati, nel Lazio. È un padre a pezzi. Valeria, la figlia di 27 anni è morta dopo un calvario durato 15 giorni.

METTETEVI UNA MANO SUL CUORE E RESTITUITEMI L’AUTO, ERA LE MIE GAMBE
Simone è invalido, vive a Lecce, lancia un appello a chi ha rubato il suo furgone.

Trasmette la messa in diretta, il social lo blocca: viola i diritti della Fifa
Don Paolo lo faceva per i malati e gli anziani: cosa c’entrano con i mondiali di calcio?