Lui è Peter. Ha 24 anni. Vive a Bergamo, in Lombardia. Fa l’elettricista. Ha l’ansia di fare, guadagnare, vivere. Lavora come un matto. È il 2020. Peter è in bici, imbocca un sentiero. Sente un rumore, un botto, poi il buio. Apre gli occhi. Dei tizi vestiti di bianco gli ronzano attorno. Blaterano di un grave incidente. È caduto, ha avuto un malore, non si sa, ma è fortunato a essere vivo. Peter non ricorda nulla. Guarda sotto il lenzuolo. Gli prende un colpo. Il pigiama, chi me l’ha messo? Il pensiero che tutti l’abbiano visto nudo non gli dà tregua. Un po’ si vergogna, un po’ ride. Fortuna che non aveva i boxer con le paperelle. Quelli declamano una lista infinta di robe brutte. Mano e mandibola rotte, gli hanno ricucito labbro e fronte, ha un trauma cranico. Peter è sconvolto. Ha perso un dente. Va bene tutto, ma sdentato no! I genitori chiedono se ha ricevuto un colpo in testa. Dovrà stare sotto osservazione. Mamma e papà portano l’occorrente, anche le sue ciabatte di Capitan America. Peter si illumina. Le cerca, non le trova. Sparite. Ha le lacrime agli occhi. Quella sì che è una tragedia. È imbottito di farmaci. Ride. Ferma medici e infermieri. Fa battute, indovinelli, parla a manetta. Lo rispediscono a casa in anticipo. Stai benissimo. Peter si annoia. Gira sui social. Conosce una ragazza. Rompe il ghiaccio con la tragicomica dell’incidente. Ilaria vuole conoscerlo, appena non sarà più l’uomo di gesso. Ora sì che si sente fortunato. I mesi passano, Peter si rimette in piedi. Apre la porta di casa, inforca la bici. Sua madre ha le mani tra i capelli. Benedetto ragazzo, non hai paura di tornare su quella cosa? Peter sorride. È la sua arma migliore. Oggi ha 27 anni. Ancora non sa cosa è successo quel giorno. Nella sua testa c’è un buco di sedici ore. Oltre alla memoria ha perso anche l’ansia. La frenesia di fare, guadagnare. Si gode le ore, i minuti, i secondi con la famiglia, la fidanzata, gli amici. La vita è quella, nient’altro conta. A parte sapere dove sono finite le sue adorate ciabatte.
Sono caduto dalla bici, rischiavo di restare paralizzato, il sorriso è stato la mia medicina
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