È una biologa, ed è appassionata di canto.
Lavora in ospedale con i pazienti oncologici. Sentiva il bisogno di aiutarli anche al di fuori dell’ospedale.
Ha creato un coro: pazienti, medici e familiari si esibiscono tutti insieme nelle piazze e nei teatri.
Il canto li ha uniti, condividono momenti belli e brutti e affrontano la malattia tutti insieme, come una famiglia.
“Ho sempre cantato fin da bambina, ogni volta che salivo sul palco mi sentivo viva.
Dopo la laurea ho iniziato a lavorare in ospedale, a stretto contatto con chi affrontava il cancro.
Volevo aiutare non solo con le medicine, ma con qualcosa che permettesse alle persone di dimenticare la malattia. Anche solo per qualche ora.
Ho proposto di creare un coro aperto a tutti, l’importante era stare insieme.
Pazienti, medici e familiari hanno aderito con entusiasmo. C’era chi non si reggeva in piedi, ma voleva comunque partecipare.
Tra di noi si sono creati legami e un’intesa fortissimi.
Condividiamo il divertimento, ma anche preoccupazioni e timori, e questo aiuta ad affrontare le cure.
Ci esibiamo nelle piazze e nei teatri, e cantiamo tutta la nostra voglia di vivere.
Siamo il Fuck Cancer Choir, e cantiamo tutti insieme per mandare a quel paese il tumore”.