Lui è Stefano Savi, 33 anni, di Milano.
Nel 2014 è stato sfregiato con l’acido dalla coppia Alexander Boettcher e Martina Levato, per uno scambio di persona.
Ha subito cinquanta operazioni chirurgiche, non ci vede da un occhio. La sua vita è cambiata, ma Stefano non la rimpiange.
Parla agli studenti del liceo in cui ha studiato.
Dice di non guardare al passato, ma al presente. Perché la vita è bella.
Le persone sono belle. E lui non ha paura.
Crede nell’uomo. Crede nell’umanità.
Nel 2014 è stato sfregiato con l’acido dalla coppia Alexander Boettcher e Martina Levato, per uno scambio di persona.
Ha subito cinquanta operazioni chirurgiche, non ci vede da un occhio. La sua vita è cambiata, ma Stefano non la rimpiange.
Parla agli studenti del liceo in cui ha studiato.
Dice di non guardare al passato, ma al presente. Perché la vita è bella.
Le persone sono belle. E lui non ha paura.
Crede nell’uomo. Crede nell’umanità.
“Mi hanno sfregiato con l’acido, all’inizio avevo paura delle persone. Ora no.
Credo nell’uomo. È la mia fede, e mi ha aiutato a compiere tutto il percorso.
La vita è bellissima. Io sono qui. Loro, invece, sono in galera.
Non mi indigna né mi spaventa pensare che fra qualche anno saranno liberi. Non li odio. Non voglio vendetta.
Non rivorrei indietro la mia faccia senza cicatrici. Io ormai sono questo.
Alcuni amici non hanno retto, non sopportavano di vedermi così. Io sì. Ce l’ho fatta anche aiutando gli altri.
In ospedale cercavo di dare conforto a chi non aveva nessuno vicino, a differenza di me.
Avrei diritto a un assegno mensile ma non lo voglio. Ho un lavoro. I soldi li diano a chi non ha niente”.