È cresciuto in un orfanotrofio di Genova.
È andato negli Stati Uniti, ha lavorato come dipendente in un hotel di lusso, è diventato direttore e chef molto apprezzato.
Una malattia l’ha costretto a tornare in Italia.
Gian Piero ha speso tutti i suoi risparmi per le cure. Ha perso tutto.
È finito in strada. Un porticato del centro di Viareggio è diventato la sua casa.
da quel momento, ogni mattina si alza, prende due grandi sacchi dell’immondizia e ripulisce la città.
Le monetine che riesce a racimolare le usa per comprare pacchi alimentare per le famiglie in difficoltà.
È apprezzato e amato da tutti i cittadini, i bambini lo conoscono, gli lasciano sempre qualche moneta.
Qualche giorno fa Papa Francesco l’ha premiato e ringraziato per il suo impegno.
Gian Piero, che si fa chiamare Wue, ora dorme in una stanza messa a disposizione dal titolare di un cantiere navale.
Continua a pulire la città e raccogliere monete: “C’è tanto da fare, tante persone da aiutare”.
“Tutti i giorni pulisco le strade della mia città. Mi piace farlo per stare insieme alla gente.
Le monete che raccolgo le uso per comprare qualcosa da mangiare per chi ha bisogno.
La mia vita è stata difficile, so cosa significa soffrire: ho subito violenza psichiche e fisiche.
Vivo per strada, spendo quel poco che ho per curare la mia malattia.
Non riesco a stringere le mani e ho problemi fisici, ma non mi sono mai abbattuto e non mi arrendo.
Sono solo. Non ho famiglia, né familiari. Da mia madre ho ereditato solo una malattia.
Sto male, e l’unica cosa che mi fa stare meglio è fare del bene.
Fare qualcosa per gli altri è l’unica, vera, gioia che può e riesce a riempire l’esistenza.
Prego di avere sempre la forza per andare avanti e sostenere le persone”.