Lei è Anna. Vive a Dnipro, in Ucraina. Ha un figlio che cresce da sola. È una musicista, suona l’oboe nell’orchestra sinfonica. La musica è il suo conforto, la sua gioia. È febbraio. Anna sente un boato. La terra trema, i vetri si rompono, la gente urla. È la guerra, la Russia ci ha invaso! Anna sente quelle parole conficcarsi nella carne viva. Riempie uno zaino, prende il figlio, dice addio al suo amato oboe, e fugge dai genitori. I bombardamenti arrivano anche lì. Quando tutto trema, Anna si rifugia in un corridoio buio, le mani sulle orecchie, il cuore piccolo, aspetta. Si spostano in campagna. I missili sono più lontani, ma la centrale nucleare è troppo vicina. Anna prende la decisione più difficile della sua vita. Bacia il suo papà, si lascia sogni, speranze e futuro alle spalle. Stretta al figlio e alla madre sale su un treno diretto in Polonia. Il viaggio è interminabile. Fa freddo, lo stomaco è un groviglio di fame e paura. Anna chiude gli occhi, muove le dita come se suonasse. È al sicuro. Resta qualche giorno in un monastero, poi un’amica dice che in Italia conosce una famiglia che può aiutarla. Anna si sente svuotata, ma non può mollare. Arriva a Carini, in Sicilia. La prima cosa che vede sono dei sorrisi. Un uomo si fa avanti, si chiama Giuseppe e le apre le porte della sua casa. Quello che è nostro, è tuo. Anna è confusa, spaurita, ma quelle parole addolciscono il suo cuore pieno di rabbia. Giuseppe, la moglie e i loro cinque figli dividono con lei tutto quello che hanno, la presentano agli amici e alla comunità. Nel giorno dei suoi 40 anni organizzano una splendida festa. Anna piange. Lontana chilometri dalla sua terra, in mezzo a gente sconosciuta, si sente a casa. Oggi vivono ancora tutti insieme, come una grande famiglia. Anna fa qualche lavoretto, vuole rendersi autonoma. Non dimentica quello che ha lasciato, ma il suo futuro è nel paese che l’ha accolta, accanto a quelle persone che le hanno ridato fiducia nell’umanità. Un giorno avrà di nuovo il suo oboe, salirà sul palcoscenico, suonerà per l’Ucraina, e per l’Italia.
Scappa dall’Ucraina con il figlio, è sola, disperata, una famiglia italiana le apre le porte di casa
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