È stato lui.
Era il 20 dicembre. Durante un Secret Santa tra i giocatori della squadra di Treviso, lo scambio di doni senza sapere il mittente di ognuno di essi, Cherif Traoré, originario della Guinea, aveva ricevuto un regalo di cattivissimo gusto: una banana marcia.
Traoré ci era rimasto male, si era sfogato sui social, e la vicenda era diventata di dominio pubblico.
Il responsabile del gesto è stato individuato e punito: Ivan Nemer è stato squalificato per sei mesi, salterà anche il Sei Nazioni, e dovrà seguire un percorso di formazione e sensibilizzazione.
Intanto le sue parole, sentite e non di circostanza, sono un toccasana.
Nessuna cattiveria, nemmeno malafede, solo superficialità e ignoranza.
Non ci rendiamo conto che quello che per noi è una goliardata, per altri può avere l’effetto di sale su una ferita.
A volte basta davvero poco: mettersi nei panni degli altri.
“Quanto è accaduto non mi rappresenta, ma deve farmi e farci riflettere su quanto ancora debba essere fatto per modificare la nostra cultura.
Per superare gli stereotipi più beceri e avvicinarci gli uni agli altri ancora di più.
Accetto la squalifica con serenità, confido di poter contribuire con la mia testimonianza a sensibilizzare giovani rugbisti
Questi temi devono essere affrontati e compresi per rendere migliore non solo il nostro sport, ma il mondo in cui viviamo.
Il razzismo non ha, e non avrà mai alcun ruolo nella mia vita, come non dovrebbe averne nella vita di ognuno di noi.
Sono rammaricato da ciò che è successo, dalla stupidità del mio gesto, dal dispiacere causato ad un amico
Dall’aver arrecato danno alla mia squadra, ai compagni, al Paese che rappresento e al gioco che amo.
Vengo dall’Argentina, un paese multiculturale, e divido da sempre lo spogliatoio e il campo con compagni provenienti da tutto il mondo”.