Dopo una cena con il gruppo scout ha visto un uomo a terra privo di sensi, il cuore si era fermato.
Ha provato a rianimarlo con un massaggio cardiaco imparato a scuola, ma non è servito.
Senza farsi prendere dal panico, ha preso il defibrillatore e dopo diversi tentativi il cuore dell’uomo ha ripreso a battere.
Alessandro è felice che il suo insegnante di educazione fisica abbia insistito tanto perché lui e i compagni imparassero le manovre di primo soccorso.
Gli hanno permesso di salvare una vita.
“Era appena finita la cena del campo scout quando ho sentito un rumore sordo. Mi sono girato e ho visto un uomo immobile a terra.
Le persone si mettevano le mani nei capelli, qualcuno urlava. Gli ho tastato il polso: il battito era debolissimo e respirava a fatica.
Mi è venuto spontaneo provare ad applicare il massaggio cardiaco che mi avevano insegnato al liceo.
Il cuore però non ripartiva. Ero disperato. Per fortuna c’era un defibrillatore sul muro della chiesa.
Non l’avevo mai preso in mano, ma era l’alternativa fra la vita e la morte: o provarci o lasciare che un padre si spegnesse tra le mie braccia.
Ho dato la prima scarica, il cuore è ripartito, ma solo per un attimo.
Ne ho date altre due, poi finalmente si è stabilizzato. Sono stati i dieci minuti più lunghi della mia vita.
Se non avessi tentato il tutto per tutto, credo che il suo cuore si sarebbe fermato per sempre.
Non sono un eroe, sono solo uno scout”.