Lei è Antonella Tafuri, preside di un istituto omnicomprensivo nella provincia di Caserta, in Campania.
Ha ricevuto lamentele da studenti e genitori: i professori usavano il telefono in classe, e anche i collaboratori scolatici.
Antonella ha inviato una mail per invitare tutto il personale a non utilizzare i cellulari dentro la scuola. Si è scatenato l’Inferno.
È stata attaccata da professori e sindacati.
Antonella è basita: le hanno segnato un problema e si è attivata per risolverlo e tutelare i ragazzi.
Come dice al Corriere, ha fatto solo il suo dovere di preside.
Ha ricevuto lamentele da studenti e genitori: i professori usavano il telefono in classe, e anche i collaboratori scolatici.
Antonella ha inviato una mail per invitare tutto il personale a non utilizzare i cellulari dentro la scuola. Si è scatenato l’Inferno.
È stata attaccata da professori e sindacati.
Antonella è basita: le hanno segnato un problema e si è attivata per risolverlo e tutelare i ragazzi.
Come dice al Corriere, ha fatto solo il suo dovere di preside.
“Studenti e genitori si sono lamentati con me perché gli insegnanti usavano il cellulare in classe.
Le prime volte ho lasciato correre, ma nel tempo le lagnanze sono aumentate.
Siccome agli studenti è vietato, ho pensato fosse opportuno invitare docenti e bidelli a fare altrettanto.
Il mio era un invito dettato dal buon senso e dal rispetto, non un obbligo o un divieto.
Apriti cielo. Molti professori si sono risentiti, i sindacati mi hanno attaccata.
Sono stata dipinta come una persona che fa abuso di potere, intimorisce colleghi e collaboratori.
Se più genitori mi segnalano un problema è normale come preside che prenda iniziativa, a tutela di tutti.
Sembra che più si cerca di far funzionare le cose, più ti mettono i bastoni tra le ruote”.