Marina piange, urla, non vuole vivere con quel vuoto enorme. Preferiva andarsene con lui, stretta tra le sue braccia. I medici chiedono se vuole donare gli organi, lei acconsente. Magari aiuteranno qualcuno. Poi cerca di convivere con il dolore. Ma è difficile. L’uomo che le ha portato via il suo amato, non sconta nemmeno un mese di carcere. Marina dedica tutta se stessa alla battaglia per l’introduzione dell’omicidio stradale.
È il luglio del 2023. Sono passati dieci anni esatti. Marina ha il cuore pesante. Il telefono squilla, la casella di posta è piena di messaggi. Non vuole leggere, non vuole ricordare. Fa per cancellare tutto. Si blocca. C’è una email firmata da un certo Luigi. Dice che dieci anni fa suo marito gli ha salvato la vita. Ha sempre fatto dire una messa per lui, è il suo angelo, ci ha messo del tempo a rintracciarla, voleva solo dirle grazie. Anche i suoi figli la ringraziano. Senza te e Roberto non avremmo più un papà. Marina ha il cuore in subbuglio. Fiumi di lacrime bagnano il viso. Suo marito non c’è più, ma sei persone sono vive grazie a lui. Da un dolore enorme ci si rialza soltanto dando senso e valore alla vita. Perché la vita è davvero un dono. E lei la ama.