Ogni giorno riceve critiche da genitori convinti che il suo lavoro non sia abbastanza, o non sia giusto.
Succede a lei, ma anche a milioni di persone che fanno il suo stesso lavoro in tutto il mondo: difficoltà, frustrazioni, mancanza di un adeguato riconoscimento sociale.
Katie si è sfogata.
Ha raccontato tutto ciò che fa per i ragazzi della sua scuola.
Non solo insegna, ma va oltre: li ascolta, li supporta e si assicura che stiano bene.
Ogni giorno con lo stesso impegno.
Poi si è rivolta ai genitori: “non sapete quanto facciamo per i ragazzi, non criticateci”.
“Sono un’insegnante e ogni giorno devo sopportare critiche e commenti di ogni genitore. Non ce la faccio più.
Oggi ho insegnato per 6 ore, ho aiutato uno studente a trovare un alloggio, ho trovato un cappotto per una ragazza che non ne aveva uno.
Poi ho ascoltato un’altra che era alle prime armi con il ciclo, uno triste per la sua prima delusione d’amore e a un’altro ho dato dei soldi per un taglio di capelli.
Quando la campanella è suonata, loro sono tornati a casa, ma noi docenti abbiamo avuto una riunione.
Una volta a casa, ho lavorato altre quattro ore per preparare le lezioni e renderle accattivanti per ogni alunno.
Il nostro sistema educativo e sociale è come una macchina, è fatto di ingranaggi e se uno di questi si rompe, il resto vacilla.
Vorrei solo che i genitori capissero quanto facciamo noi insegnanti ogni giorno con lo stesso impegno.
Genitori, non criticate gli insegnanti senza sapere quanto fanno per i ragazzi”.