Lui è Giuseppe. Vive a Bari. È il 1997. Ha 24 anni. Entra nei Vigili del fuoco. In caserma lo chiamano il brillante. Giuseppe è uno tosto, uno che dà del tu al pericolo. Presta servizio in tutta Italia, ne vede di cotte e di crude. Incidenti stradali, incendi, disastri ferroviari, cambiano le situazioni, lui rimane freddo, lucido, operativo. È l’estate del 2020. Giuseppe ha un momento libero, prende il telefono, naviga sui social, scorre foto e post. Un video attira la sua attenzione. C’è un anziano, è con il nipotino, sono in barca, l’uomo immerge il piccolo in acqua, lo guarda, sospira, è felice. Il piccolo è affetto da autismo, si diverte, è felice. Giuseppe invece è commosso. Spegne il telefono. Esce. Raggiunge il porto di Bari, cammina sul molo. Pensa. Anche lui ha una barca, un gommone di 8 metri. Infila le mani in tasca, afferra il telefono, apre la pagina Facebook, scrive un post. Offro un giro in barca a mie spese a ragazzi autistici, zona Bari. Poche parole, semplici, dirette, buttate giù di getto. Tanto non le leggerà nessuno. Giuseppe riprende la sua camminata, guarda il mare, dimentica ogni cosa. Sarebbe tutto meraviglioso se solo il telefono non la smettesse di squillare. Ma chi è che…! Messaggi, notifiche, richieste, e una cascata di ringraziamenti. Giuseppe non riesce a credere ai suoi occhi. Non gli resta che mettersi all’opera. Raccoglie le adesioni, chiede i permessi, prova il percorso, sistema il gommone e organizza il primo tour. Si parte. È emozionato. I bambini sono accompagnati dai genitori, Giuseppe si mette al timone, naviga lungo la litoranea, poi si ferma in una caletta. I piccoli si tuffano, ridono, sono felici. I genitori brillano di gioia riflessa, anche loro sono felici. Giuseppe è in un’altra dimensione, è in pace con se stesso e con il creato. È un uomo di 48 anni, ha una famiglia e un lavoro che gli lasciano poco tempo libero. Ma appena può, scappa in mare con i ragazzi. Molti gli chiedono perché lo faccia, è un impegno e una grossa responsabilità. Giuseppe Valrosso non sa come spiegarlo, è una questione di felicità.
Offro un giro in barca a mie spese a ragazzi autistici, zona Bari. Perché lo faccio? È una questione di felicità.
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