Lei è Serena Mini, ha 54 anni, vive a Firenze, ha due figli.
Ha scoperto di avere un tumore, si è operata, ha passato mesi durissimi, ora il peggio è alle spalle.
Serena sta cercando di riprendere in mano la sua vita.
Ha fatto diversi colloqui di lavoro, ma appena parla del tumore, le chiudono le porte in faccia.
Serena è in cura, ma questo non le impedisce di lavorare. È un suo diritto, e non si arrende. Per se stessa, e per le tante persone che si trovano nella sua stessa situazione.
Ha scoperto di avere un tumore, si è operata, ha passato mesi durissimi, ora il peggio è alle spalle.
Serena sta cercando di riprendere in mano la sua vita.
Ha fatto diversi colloqui di lavoro, ma appena parla del tumore, le chiudono le porte in faccia.
Serena è in cura, ma questo non le impedisce di lavorare. È un suo diritto, e non si arrende. Per se stessa, e per le tante persone che si trovano nella sua stessa situazione.
“Ho fatto un colloquio di lavoro, è andato bene, sono piaciuta. Poi è arrivata la domanda: perché ho l’invalidità?
Sono una paziente oncologica. A quella parola hanno cambiato facce ed espressioni. Imbarazzo palese.
Hanno detto che non se la sentivano di assumermi, perché se poi mi succede qualcosa loro come fanno.
Sono uscita che toccavo ferro ovunque.
Dicono che non avrei dovuto dirlo. Ma io vado a testa alta: sono in cura, ma posso e voglio lavorare.
Non è facile a 54 anni, per di più sono donna. Erano quasi riusciti a farmi desistere, invece no.
Sto pensando di realizzare un sogno: aprire un’agenzia di comunicazione.
Assumerei per prime le persone che hanno sofferto e darei loro una nuova possibilità”.