Ha lasciato il Bangladesh, si è trasferito a Roma, ha imparato il mestiere negli atelier, finché nel 2019 ha aperto una sartoria tutta sua nei pressi di piazza Santa Maria Liberatrice.
Un sogno che si realizza. Fino a quando i nuovi proprietari del negozio gli hanno chiesto 3 mensilità in anticipo.
Sahiful non aveva tutti quei soldi.
La comunità è andata in suo aiuto: clienti affezionati e gente mai vista gli hanno inviato una montagna di vestiti da riparare.
In pochi giorni Sahiful ha guadagnato la cifra sufficiente per salvare la sua attività.
Dopo anni trascorsi a fare gavetta, sono riuscito ad aprire la mia sartoria. Era un sogno che si realizzava.
Non ho mai avuto problemi economici, superati i momenti difficili della pandemia, ho ripreso a ritmo regolare. Fino a febbraio.
I nuovi proprietari mi hanno chiesto un anticipo di 3 mensilità e una scadenza ravvicinata.
Mi è caduto il mondo addosso. In pochi istanti sono passato da avere una discreta attività a un debito di oltre 2 mila euro.
Non sapevo cosa fare, mi sono confidato con un amico. È successo l’incredibile.
Sono arrivati pantaloni, giacche, tende, camicie da riparare da parte di clienti affezionati, ma non solo.
Tante persone nuove si sono rivolte a me per delle riparazioni. Alcuni residenti hanno portato anche gli abiti di amici e parenti.
In pochi giorni ho incassato mille euro che ho potuto dare come saldo iniziale. Poi ho raggiunto la quota che mi era stata richiesta.
Non avrei mai immaginato di ricevere tanto calore e affetto. Ne sono davvero grato”.