Lei è Angela, vive a Napoli, in Campania. Ha 6 anni. Un uomo infila le mani sotto il suo vestitino. Angela ha paura, quel gioco non le piace, ma non riesce a dirlo. Non ne fa mai parola con nessuno. Gli amici giocano al parco. Angela si sente strana. Prende le forbici. Fa un taglio. Brucia, ma sta meglio. Cresce. Sente per la prima volta la parola abuso. Angela rivive, capisce. Corre in bagno, vomita. Si sente sporca. Non mangia più. Vuole diventare brutta, ripugnante. La sua mamma lascia delle molliche di pane in ogni angolo della casa. La implora in ginocchio di prenderne almeno una. Angela afferra le forbici. Butta fuori lo schifo che ha dentro, ma gli incubi la tormentano. Lascia la scuola, si chiude in casa. Mangia, vomita, vuole punire quel corpo schifoso. È estate. Gli amici vanno al mare. Angela si vergogna. Indossa abiti larghi. Ha freddo. Dorme con la stufa accesa. Entra ed esce dagli ospedali. Dicono che deve reagire. Angela è spezzata. È il 2016. Ha 22 anni. Naviga su internet, si ritrova in un gruppo di ragazze che soffrono di disturbi alimentari. Angela legge un nome. Benedetta. C’è qualcosa in quello che scrive, e in come lo scrive, che le ricorda se stessa. Fa male, e anche bene. La contatta. Parlano, d’improvviso Angela butta fuori quegli incubi mai confessati. Benedetta ascolta, capisce, sa. Condividono rabbia e paure. Ogni volta che Angela sta male, il telefono squilla come per magia. Benedetta non fa domande, chiacchiera del più e del meno. Angela torna serena. Si sostengono in ogni passo. Poco alla volta, il dolore che le unisce si trasforma in un sentimento nuovo. Amore. Per se stessa e per la vita. Angela è fiduciosa. Vuole provare a stare bene. Entra in una clinica. Esce dopo mesi. Vuole riprendere gli studi, usare la sua storia per aiutare chi soffre. Quel corpo che odiava ora lo sente suo. Ama tutte le sue cicatrici, le ricordano che ce l’ha fatta. Benedetta è al suo fianco. Vanno in spiaggia. Tolgono i vestiti. Angela sente gli sguardi della gente addosso. Sorride. Stringe la mano della sua amica, e va incontro alla vita.
Non mangiavo, mi tagliavo, odiavo il mio corpo. La mia amica non mi ha mai lasciata sola
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