Lui è Fabio Mosca, direttore del reparto di Neonatologia della Clinica Mangiagalli di Milano.
È scosso e commosso, dopo che il giorno di Pasqua una madre ha abbandonato nella culla per la vita, il figlio appena nato Enea.
L’ha consegnato all’ospedale con una lettera, nella speranza che qualcuno possa prendersene cura al suo posto.
Il piccolo sta bene, ha già trovato una famiglia affidataria disposta ad adottarlo.
Un lieto fine, certo.
Ma il medico, l’uomo, si guarda dentro e si interroga: nella ricca Milano, dice al Corriere, una donna costretta ad abbandonare il proprio figlio, perché non è in grado di garantirgli un futuro, è una sconfitta per tutti.
Possiamo, e dobbiamo fare di più per sostenere le madri.
“Il giorno di Pasqua una madre ha lasciato il suo bambino appena nato in ospedale, perché non poteva prendersene cura.
Diverse coppie si sono dette disponibili ad adottarlo, mi fa piacere, ma c’è anche tristezza.
Una madre che, seppure in modo responsabile, abbandona un figlio è un dramma.
Dovremmo essere tutti più sensibili ai bisogni delle madri per intercettarne il disagio.
Nella ricca Milano, non è accettabile che una donna in difficoltà rinunci al diritto di crescere un figlio.
Spero che si risveglino le coscienze, ora, per un maggiore impegno da parte di Comune, consultori familiari e associazioni.
Dobbiamo stare più vicini alle madri dopo la gravidanza”.