Lei è Barbara Vedelago, la madre di Davide Pavan, il ragazzo di 17 anni ucciso da un poliziotto ubriaco al volante, a Treviso, Veneto.
L’uomo ha invaso la corsia opposta e centrato lo scooter di Davide, che è morto sul colpo.
Ha patteggiato 3 anni, che forse non sconterà neanche in prigione, intanto ha ripreso servizio.
Barbara e la sua famiglia invece hanno ricevuto una fattura: 183 euro da pagare per togliere dall’asfalto il sangue del figlio.
Una prassi assurda e crudele, che sminuisce il dolore più grande che ci possa essere.
Barbara ha voluto guardare negli occhi l’uomo che le ha strappato il suo bambino. Ha visto il dispiacere, il rimorso. Gli crede.
Ma il perdono è altra cosa.
Forse potrà arrivare, dice Barbara al Corriere, quando un giorno anche quell’uomo sarà genitore, e capirà davvero quanto è immenso l’amore per un figlio.
E quanto è lacerante perderlo.
L’uomo ha invaso la corsia opposta e centrato lo scooter di Davide, che è morto sul colpo.
Ha patteggiato 3 anni, che forse non sconterà neanche in prigione, intanto ha ripreso servizio.
Barbara e la sua famiglia invece hanno ricevuto una fattura: 183 euro da pagare per togliere dall’asfalto il sangue del figlio.
Una prassi assurda e crudele, che sminuisce il dolore più grande che ci possa essere.
Barbara ha voluto guardare negli occhi l’uomo che le ha strappato il suo bambino. Ha visto il dispiacere, il rimorso. Gli crede.
Ma il perdono è altra cosa.
Forse potrà arrivare, dice Barbara al Corriere, quando un giorno anche quell’uomo sarà genitore, e capirà davvero quanto è immenso l’amore per un figlio.
E quanto è lacerante perderlo.