Lei è Miriam. Ha 28 anni, vive in Puglia, fa l’insegnante. Convive da qualche anno con l’alopecia. Ci ha messo un po’ ad accettarla, ancora soffre quando sente gli sguardi puntati addosso, proprio per questo non vuole nascondersi. D’estate non indossa la parrucca. Vuole sentirsi libera.
È agosto. Miriam cammina nel centro di Porto Cesareo. C’è tanta gente. D’improvviso sente qualcosa di freddo e viscido sul piede. Guarda. Qualcuno le ha sputato addosso. Dei ragazzini la indicano. Ridono. Miriam chiede di smetterla, di essere educati. Quelli sghignazzano, poi tagliano la corda. Miriam si sente umiliata. Ma vuole andare oltre quel sentimento. Con la rabbia non si va da nessuna parte.
Racconta quello che le è successo sui social. Parla di gentilezza, di inclusione. Bisogna insegnare ai bambini, agli adulti la comprensione, l’amore, la bellezza della diversità. Si può, si deve fare. Miriam ci crede. Continua a camminare a testa alta. Libera.