È sposata con un calciatore, ha un figlio di due anni e un altro in arrivo.
Dopo un gol del marito è stata minacciata e le hanno augurato di abortire.
Non è la prima volta. Francesca è stanca, e preoccupata. Per la sua famiglia, perché basta un niente che una minaccia si trasformi in realtà.
E per il futuro dei giovani.
È a loro che si rivolge, perché sono loro che cresceranno e vivranno in un mondo sempre più dominato dai social.
Dove dietro uno schermo ci si sente autorizzati a fare e dire qualsiasi cosa, perché mal che vada si cancella.
Dov’è finita l’educazione, la consapevolezza e la responsabilità delle proprie azioni.
Dov’è finita la capacità di mettersi nei panni di chi si sente augurare la morte del proprio figlio.
“Molto spesso ricevo minacce e insulti sui social, questa volta mi hanno augurato di abortire.
Dopo che l’ho reso pubblico, l’autore ha cancellato il profilo in fretta e furia. Ma non può finire così.
Mi dicono di stare attenta, perché sanno dove sono. Magari sono solo minacce, ma come posso esserne sicura?
Ho un altro figlio piccolo, come posso escludere che un giorno, qualcuno gli tiri dell’acido addosso?
Ho deciso di metterci la faccia. Questa battaglia la voglio combattere per i miei figli. Sono pronta a farmi sentire fino in Parlamento.
Voglio entrare nelle coscienze, voglio parlare ai ragazzi della mia generazione perché saranno loro, un domani, ad avere dei figli.
A scuola, almeno una volta al mese, si dovrebbe tenere una lezione sul corretto utilizzo dei social.
Chi ha subito delle violenze potrebbe spiegare come si sente chi sta dall’altra parte dello schermo.
Un buon paese deve tutelare i suoi cittadini. Oggi in troppi si tolgono la vita a causa di internet”.