Lui è Valerio. Nasce a Priverno, nel Lazio, nel 2000. È un bambino silenzioso, osserva il mondo con i suoi occhioni vispi. Un giorno segue i genitori dentro una stanza, un uomo in camice bianco lo visita, poi pronuncia delle parole che Valerio non ha mai sentito. Vostro figlio ha la sindrome di down, rassegnatevi, è un fiore che non sboccerà mai. Devono essere proprio brutte quelle parole, perché mamma scoppia a piangere, mentre papà è arrabbiato. Una volta a casa i genitori lo guardano negli occhi. Tesoro, non dare retta a chi dice il contrario, tu puoi fare tutto. Valerio ha 3 anni. Va in piscina, mette un piede in acqua, si blocca. Ha paura. Si aggrappa al bordo come un ragnetto. Impiega giorni prima di mollare la presa. Muove le braccia, i piedini, sta a galla che è una meraviglia, e gli piace. Da quel momento Valerio e l’acqua sono una cosa sola. Quando non è a mollo, fa due tiri sul campo da basket. Il padre si raccomanda di non esagerare. Non sei stanco? Valerio lo guarda stranito mentre si sgranchisce i muscoli in bicicletta. I compagni di scuola se lo litigano, le sue feste di compleanno diventano leggenda, si imbucano tutti, anche gli insegnanti. Quando si fa sera, i genitori crollano sfiniti, Valerio esce, ha il corso di zumba. Ha 17 anni. È al mare col padre. D’improvviso si sentono delle urla. Una bambina sta annegando! Valerio si tuffa, sfida le onde, porta la piccola in salvo. I bagnini si congratulano, la spiaggia intera applaude. Ti rendi conto di cosa hai fatto? Valerio guarda la bambina. Sta bene. D’improvviso ricorda le parole di quell’uomo in camice bianco. E gli scappa da ridere. Scusate, devo scappare, ho il corso di danza. Oggi Valerio ha 21 anni, ogni mattina va al lavoro, poi fa un tuffo in piscina, due chiacchiere con gli amici, una capatina agli scout, ed è pronto per una corsa sul campo di atletica. Mamma e papà lo reclamano. Sei sempre impegnato! Valerio alza le spalle. Nel frattempo squilla il telefono. Buongiorno, qui è il Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vorrebbe complimentarsi con lei. Valerio sfoglia l’agenda. Un attimo, vediamo dove riesco a inserirlo.
Lui è Valerio
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