Lui è Terence. Vive a Ravenna, in Emilia Romagna. Ha 28 anni. È stato appena scaricato dalla ragazza dopo sei anni di fidanzamento. Sta uno schifo. È sera, Terence finisce il turno nel supermercato, torna a casa, apre il frigo, tira fuori tutto quello che trova, mangia. Si abbuffa per ore. Non riesce a saziarsi. Va a dormire, la mattina dopo ricomincia a mangiare. Passano i mesi. Terence si guarda allo specchio, è grasso, irriconoscibile. Ha paura, se continua così finirà male. Il suo corpo si muove da solo. Tira fuori lo zaino, ci schiaffa dentro qualche vestito, va in aeroporto, compra un biglietto a caso e parte. Atterra in Vietnam, non conosce la lingua, non ha un posto per dormire, e i soldi dove si cambiano? Chiede aiuto ai passanti, ma non riesce a comunicare. Può contare solo su se stesso. Zaino in spalla, cammina. Percorre chilometri, passo dopo passo i suoi polmoni si riempiono d’aria, la testa si libera, mangia cibo sano, ritrova l’equilibrio. Trascorre un mese. Terence torna a casa. Si guarda allo specchio. È dimagrito, il suo sguardo è cambiato. C’è una luce nei suoi occhi, che non aveva mai visto prima. Il corpo freme, scoppia di vita. Viaggiare, deve viaggiare. Terence vola in India. Si sposta in Sri Lanka, scopre l’Indonesia. Dopo cento giorni le tasche sono vuote. Non si perde d’animo. Salta fuori la possibilità dell’Australia con un visto temporaneo di lavoro. Familiari e amici cercano di dissuaderlo. Basta, stai esagerando. Terence non ascolta, parte. Si spezza la schiena nelle fattorie per un anno, alla fine torna in Italia. Ci resta poco, vola in Cina, visita la Corea del Nord, gira i Balcani in autostop, attraversa il Pakistan, arriva in Iran. Si ferma in una landa sconfinata e deserta, osserva il cielo pieno di stelle. Terence si butta a terra, urla di gioia. Finalmente ha capito. Era infelice. Usava il cibo per compensare una vita che non lo appagava. Ma non ci sono ostacoli impossibili da superare, solo infinte scuse. E la vita è un dono bellissimo. Terence assapora quel momento perfetto. Poi si alza, mette lo zaino in spalla, e cammina.
Lui è Terence
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