Lui è Salvatore Antonio. Nasce a Crotone, in Calabria nel 1950. Lui è il piccolo di casa. Tutti lo chiamano Salvatorino. Sua sorella è l’unica a chiamarlo Rino. È il 1960. Rino ha 10 anni. I genitori trovano lavoro a Roma. Traslocano. Lo mandano a studiare a Terni. Vogliono che Rino abbia la migliore educazione possibile. È il 1968. Rino ha 18 anni. È tornato a Roma. Mette su un gruppo con gli amici. Suona il basso. Ascolta Celentano, Jannacci, De Andrè, Bob Dylan, i Bealtles. Frequenta un locale in cui si esibiscono molti giovani artisti. Il Folkstudio. Scrive canzoni. I suoi testi sono ironici, di critica sociale. Il pubblico del Folkstudio non li apprezza. Il padre vuole che lui lavori in banca. Rino ha altri piani. Gli propone un patto. Ha un anno per sfondare come musicista. Se non ci riesce lavorerà in banca. È il 1974. Rino scrive i testi per il suo primo album. Il disco esce. Non ha grande successo. I singoli sì. “Tu, forse non essenzialmente tu” viene notata da Arbore e Boncompagni, che la passano in radio. Rino vince la scommessa. Niente banca. Lui è un musicista. È il 1975. Scrive “Ma il cielo è sempre più blu”. La canzone diventa subito un successo. La sua popolarità cresce. I suoi testi sono ironici ma impegnati. Parlano di politica, di malinconia, di solitudine. È il 1978. Arriva la svolta. Rino partecipa al Festival di Sanremo. Sale sul palco con il frac, una maglietta a righe e una tuba. Canta “Gianna”. La canzone piace. Quell’estate è la più suonata nelle discoteche. Rino è famoso. Non tutti gradiscono la sua ironia. Lo contestano. Cercano di censurarlo. Ma Rino non si piega. Continua a scrivere e cantare nel suo stile. È il 1979. Rino partecipa al Festivalbar. Gli dicono di cantare in playback. Lui non è d’accordo. Sale sul palco. Parte la canzone. Lui non muove le labbra. Si fuma una sigaretta. È il 2 giugno 1981. Rino è stato in giro per locali tutta la notte. Sta tornando a casa in macchina. Ha un colpo di sonno. La macchina sbanda. Finisce nell’altra corsia. Un camion la prende in pieno. Rino Gaetano muore. Ha trent’anni.
Lui è Salvatore Antonio
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