Lui è Rahmat, vive in Afghanistan. Ogni notte si nasconde sotto le coperte per non sentire le esplosioni, gli spari, le urla. Spera che la guerra finisca presto. Ha 6 anni, la mamma infila i vestiti in uno zaino. Piccolo mio, dobbiamo fuggire. Rahmat ha paura, ma è felice. Si mettono in viaggio, lungo la strada trovano un posto di blocco. Rahamat li riconosce anche al buio, sono i talebani. Li fermano, poi tutto si fa confuso. Rahmat sente le urla dei genitori, finisce a terra, una mano lo afferra. Rahmat chiude gli occhi, quando li riapre è in braccio allo zio. Dove sono mamma e papà? Non ottiene risposta. Rahamat piange in silenzio. Camminano per chilometri, si fermano in un villaggio. Rahmat è costretto a lavorare in fabbrica. Con le sue manine produce borse e zaini, la sera gli fanno male le dita, è stanco, stremato. Gli anni passano, niente cambia. Rahmat vorrebbe andare a scuola, è disposto a qualsiasi sacrificio. Ne parla con degli amici. Tentiamo il tutto per tutto, o finirà male. Aspettano il buio e scappano. A piedi, a cavallo, su un gommone, aggrappati sotto un camion. Attraversano l’Iran, entrano in Turchia, fuggono in Grecia, raggiungono l’Italia e si fermano in Campania. Rahmat entra in un centro di accoglienza, gli offrono da mangiare. Non ha bisogno di nulla, vuole solo studiare. I volontari lo trattano come un figlio, gli insegnano la lingua italiana. Dopo tanto tempo Rahmat si sente a casa. Torna a scuola, finisce le Medie, passa alle Superiori, prende il diploma. È felice, ma ha compiuto 18 anni, deve lasciare il centro. Si aprono le porte, Rahmat sbircia fuori, il mondo gli sembra così grande, ha paura. I volontari vanno in suo aiuto. Trovano un appartamento per lui e i suoi amici, si occupano dei documenti, sbrigano la burocrazia. Grazie ai suoi voti, Rahmat si iscrive all’università. Studia Ingegneria, suda sette camicie. È il 2021, Rahmat si laurea tra le lacrime. Ad applaudirlo ci sono loro, i volontari che l’hanno aiutato e sostenuto. Ora Rahmat ha un altro sogno. Restituire all’Italia tutto ciò che ha ricevuto.
Lui è Rahmat
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