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Lui è Michele Vinci.

Michele Vinci / Mostro di Marsala

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  • Sociale, Storie

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  • 13 Maggio 2019

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Lui è Michele Vinci. È il 21 ottobre del 1971. Tre bambine escono a passeggio per le vie di Marsala, in Sicilia. Loro sono Virginia Marchese, Ninfa Marchese e Antonella Valenti. Hanno nove, sette e undici anni. La sera non tornano a casa, il nonno chiama la polizia. Partono subito le ricerche, si mobilita tutta Marsala.
Il corpo senza vita di Antonella Valenti viene ritrovato in una scuola abbandonata cinque giorni dopo. È carbonizzato. La testa è avvolta da nastro adesivo. La bambina è morta per soffocamento. Ci sono segni di sevizie, ma non di abusi. Si esclude l’ipotesi di omicidio a sfondo sessuale. L’unico indizio utile è il nastro adesivo. Proviene da una azienda dove lavora Michele Vinci, zio delle due sorelline. Le indagini si concentrano subito su di lui. L’uomo viene portato in questura per un interrogatorio. Alle 22.40 confessa il rapimento delle bambine. Dice di aver sempre provato una forte attrazione per la piccola Antonella. Ha gettato i corpi di Virginia e Ninfa in una cava. Indica con precisione il luogo, è un pozzo ricoperto da una folta vegetazione. Non si vede niente. Le operazioni di recupero durano tutta la notte. Alle 5.45 vengono ritrovati i corpi. Sono morte entrambe per asfissia. Ai bordi del pozzo, viene rinvenuto anche un pezzo di nastro adesivo, lo stesso utilizzato per soffocare Antonella. Sul nastro c’è una ciocca di capelli biondi, appartenenti a una donna. Probabilmente qualcuna si è occupata delle bambine, prima che morissero. La su identità rimarrà un mistero, e non sarà l’unico in questa storia.
Michele Vinci viene arrestato. Durante il processo cambia continuamente versione, si contraddice, dichiara di essere stato manipolato, di aver avuto dei complici. Ma non si trovano riscontri.
Il 10 luglio del 1975 la corte di Assise di Trapani lo condanna all’ergastolo come unico responsabile del rapimento e dell’omicidio delle tre bambine. La sentenza viene riformata in Appello a 28 anni di reclusione. Nel 2002, Michele Vinci è stato scarcerato e si è trasferito in provincia di Viterbo.

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