Lui è Mazzi. Vive a Dubai. Il padre è un ricco imprenditore, dice che non c’è cosa più bella dell’avere tanti soldi. Mazzi sogna a occhi aperti. Cresce, finita la scuola fonda la sua prima impresa, nel giro di poco si ritrova con un conto in banca milionario. Compie 30 anni. Mazzi sfoggia con orgoglio la Ferrari nuova di zecca, fa baldoria nei locali più esclusivi, quando si rimette alla guida è notte fonda. D’improvviso sente un rumore, qualcosa lo colpisce con forza, tutto si fa buio. Mazzi riapre gli occhi, si tasta il corpo, sta bene. È rimasto coinvolto in un grosso tamponamento. Non l’ha causato lui, ma l’alcol test non gli lascia comunque scampo. È in carcere. Mazzi si arrabbia, urla. Lo sapete chi sono io? Si blocca. Avrà pure tanti soldi, ma in quel momento tutto ciò che possiede è un materasso sudicio, come gli altri. È una mazzata. Mazzi ci riflette tutta la notte. La mattina viene rilasciato. È euforico, su di giri, ringrazia gli agenti, poi corre a casa, riempie lo zaino e parte. Non ha una meta precisa, cammina, segue il flusso. Gira l’Europa, dorme negli ostelli, sulle panchine. Una sera davanti a un tramonto piange come un bambino. Si sentiva realizzato, ma è costretto ad ammettere che niente di ciò che possiede gli riempie il cuore come il cielo rosso che ha davanti. I familiari lo richiamano all’ordine, Mazzi vola in Brasile. Entra in un bar, al tavolo vicino una donna racconta la sua esperienza come volontaria nei villaggi. Mazzi sente una scossa. C’è qualcosa in quella voce che gli vibra dentro. Ti prego portami con te. Si chiama Milena, nei giorni successivi la aiuta a prendersi cura di anziani e bambini. Mazzi è incredulo. Non dà soldi o regali, dona solo il suo tempo, eppure i sorrisi che riceve sono i più veri che abbia mai visto. In un luogo sperduto, in mezzo a gente che non possiede nulla, si sente ricchissimo. Oggi Mazzi ha 39 anni, ha sposato Milena, ha costruito una clinica che offre cure gratuite, vive in un furgone, non ha più un soldo, è felice.
Lui è Mazzi
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