Lui è Mattia. Vive a Savona, in Liguria. È un bambino, gioca in spiaggia, gli cade l’occhio sui piedi degli amichetti. Mattia si blocca. Guarda i suoi, poi ancora quelli degli altri. Corre dai genitori. Mammina, perché il mio piede ha soltanto quattro dita? La madre gli fa una carezza. Tesoro, ne hai quattro perché sei un bimbo speciale. Mattia sgrana gli occhi. Quella parola gli piace, lo fa sentire forte come Spiderman, il suo supereroe preferito. Cresce. Ha 14 anni. Mattia non sta bene, lo portano in ospedale, i medici spiegano che ha una malformazione genetica alle ossa della gamba, una è più corta dell’altra. Deve operarsi. Mattia ha paura, ma stringe i denti. Si sveglia dopo otto ore. Il dolore è insopportabile, prova a distrarsi guardando dalla finestra. Sogna Spiderman che spunta all’improvviso aggrappato a una delle sue ragnatele. Si sente sciocco, infantile. Passa un mese. Mattia viene dimesso, dovrà tornare per proseguire le cure. Intanto riprende la sua vita, finisce la scuola, mette una croce sull’aspirazione di diventare un portiere di calcio, prova ad arruolarsi militare, ma non supera le visite. Deve evitare lavori pesanti e non può stare in piedi per troppo tempo. Mattia è demoralizzato, altro che supereroe! Super…Già, perché no? Fa una pazzia. Compra un costume da Spiderman. Lo guarda, ride, non è più un bambino, ma gli trasmette grande forza. È quasi Natale. Mattia apre l’armadio. Cerca una maglietta, trova quella tuta rossa e blu. La prende in mano, la tocca, poi si blocca. Perché non ci ho pensato prima? Mattia afferra il telefono, chiama, chiede. Davvero si può fare? Grazie mille! Si veste ed esce di casa. Entra in ospedale, percorre il corridoio della pediatria. Un bambino lo vede, si alza dal letto, gli corre incontro. Spiderman, sei proprio tu? Mattia si mette in posa. In persona! Il bambino gli getta le braccia al collo, piange. Grazie. Mattia ha 28 anni, quando non lavora, gira gli ospedali vestito da Uomo Ragno. Ha scoperto di avere un superpotere. Anche solo per un istante riesce a trasformare la sofferenza in gioia.
Lui è Mattia
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