Lui è Marco. Nasce a Ronciglione, in provincia di Viterbo, nel 1988. La madre lavora nel negozio di famiglia, il padre è un creativo, si inventa lavori in continuazione. Marco esce da scuola e corre al caseificio del nonno. Impara a fare la ricotta, la mozzarella e a coltivare l’orto. Il nonno non lo sgrida, gli basta uno sguardo. Marco è un bambino solitario, timido, insicuro. I genitori lo portano in vacanza al mare, lui piange, detesta la sabbia, non vuole mettersi in costume, preferisce stare in macchina e ascoltare la musica. Chiede al padre di mettere lo Zecchino d’Oro e alzare il volume al massimo. Quella sì che è vacanza. Ha 16 anni. Marco adora la Nutella. Pesa 105 chili. Nessuno lo prende in giro o lo bullizza. Non serve, fa tutto da solo. Mette il naso fuori casa, si vergogna, di parlare, di indossare gli occhiali da sole o una maglietta colorata. Si sente gli occhi degli altri addosso, è ossessionato. Si chiude in casa, nella sua cameretta, l’unico posto in cui si sente al sicuro. Ha 18 anni. Marco è stufo. Parla ai genitori, voglio mettermi alla prova, cavarmela da solo. La madre scoppia a piangere, il padre è chiaro. Se esci da quella porta dovrai mantenerti con le tue forze. Marco accetta la sfida. Si trasferisce a Roma. Trova un appartamento, lavora come fonico in uno studio di registrazione, la sera fa il barista in un pub. È un disastro. Troppa gente, Marco non riesce a parlare, preferisce pulire i bagni piuttosto che stare dietro al bancone. Ma ha fatto una promessa, non può mollare. Passano dei mesi, si sblocca, diventa più spigliato e sicuro di sé. Si butta nella musica. È il 2009. Partecipa a X Factor. Lo vince. Si aprono le porte del successo. Marco Mengoni ora è famoso, eppure a volte gli capita di sentirsi il ragazzo grasso e solitario di un tempo. Ma ha imparato. Quando l’ansia sale, non fugge, la affronta.
Lui è Marco
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