Lui è Manuel. Nasce nel 1989 a Montechiaro d’Acqui, in Piemonte. È un bambino e già soffre di forti mal di testa. Il dolore arriva all’improvviso e lo tormenta per ore. Manuel non sopporta la luce e i rumori, è costretto a passare molto tempo al buio, isolato dal mondo. Cresce. Prende la laurea in Ingegneria e si iscrive alla Magistrale, dedica anima e corpo allo studio, ma il dolore gli rende tutto più difficile. Prova farmaci e cure di ogni tipo, ma non ne viene a capo. È il 2015. Ha 25 anni. Manuel ha appena concluso una sessione di esami, ha bisogno di cambiare aria, di evadere dalla routine. Chiama un amico. Senti, che ne dici di andare a fare trekking? Sono le cinque del mattino. Manuel cammina sulle montagne della Val Maira. È la sua prima escursione, non è per niente allenato. Più va avanti, più si ripete che è stata una mossa azzardata. Ha bisogno di riprendere fiato, si ferma, alza lo sguardo. Il lago luccicante, le montagne selvagge e un cielo pieno di stelle. Manuel resta a bocca aperta. D’impulso prende il telefono, non è tipo da fotografie, ma vuole immortalare quell’alba a tutti i costi. Un click ed è fatta. Manuel chiude gli occhi, respira a fondo e riprende a camminare. Si gode il resto della giornata immerso nella bellezza. Torna a casa. Il corpo è distrutto, la mente è leggera, il mal di testa è scomparso. Incredibile! Prende il telefono, riguarda le foto, le condivide con gli amici. Sono tutti entusiasti, è riuscito a trasmettere quel senso di libertà e di pace che l’ha catturato durante il viaggio. Dentro di lui scatta qualcosa, destinata a cambiare per sempre la sua esistenza. La fotografia diventa la sua passione più grande e il suo mezzo di espressione. Oggi Manuel si divide tra ingegneria e fotografia. Parte con lo zaino in spalla, cattura le bellezze della sua terra e regala un momento di sollievo all’animo delle persone. Il mal di testa va e viene, come sempre, e lo costringe all’isolamento e al buio, ma il senso di smarrimento è sparito.
Lui è Manuel
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