Lui è Luigi. La mamma è una donna separata. Fa la cameriera a Torino. Lei è Teresa. Si fa mettere incinta da un ragazzo di 16 anni, figlio dei signori per cui lavora. Teresa scappa, torna a Cassine, vicino ad Alessandria. Qui nasce Luigi. È il 1938. Luigi prende il cognome del marito della madre, Giuseppe Tenco, il quale è morto poco prima della sua nascita. Passano un po’ di anni. È il 1948. Teresa, Luigi e il fratello si trasferiscono a Genova. Luigi è un bambino intelligente e malinconico. Ha una grande memoria. Impara a suonare il pianoforte, la chitarra e il clarinetto. Da solo. Suona con gli amici. La mamma vuole che studi, si laurei, si faccia una posizione. Luigi si iscrive a Ingegneria Elettrotecnica, poi a Scienze Politiche. Non vuole studiare. Lui vuole suonare. Lascia l’università. Frequenta Fabrizio De Andrè, Bruno Lauzi, Gino Paoli. È il 1958. Luigi si sposta a Milano. Vive in una piccola pensione con Piero Ciampi e altri artisti. L’anno dopo incide quattro canzoni. Si trasferisce a Roma. Canta “Lontano Lontano” e “Un giorno dopo l’altro”. Le sue canzoni grondano malinconia. Arriva il successo. A Roma conosce Dalida. La loro è una relazione artistica e sentimentale. È il 1967. I due partecipano al Festival di Sanremo. Cantano “Ciao amore, ciao”. È un brano che parla di un’Italia costretta a cambiare. Di campagne che spariscono, di città che nascono. Luigi è agitato. Non è abituato a cantare davanti a tutta quella gente. Beve, prende tranquillanti. La canzone viene eliminata. Dalida la prende con filosofia. Luigi Tenco è di cattivo umore. Non ha voglia di festeggiare. Si ritira in albergo, al Savoy. Stanza 219. Prende altri tranquillanti. Prende anche la pistola. Accanto al corpo verrà trovato un biglietto: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io tu e le rose” in finale e contro una commissione che seleziona “La rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”
Lui è Luigi
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