Lui è Kevin. Nasce a Napoli nel 2001. La madre è una donna allegra, spensierata. Il padre ha perso una gamba in un incidente, eppure non sta fermo un attimo, anzi gioca a basket. Kevin lo imita, si iscrive a pallacanestro, a ogni palleggio gli sembra di avvicinarsi un po’ di più al suo sogno, lui e il suo papà in campo con la stessa divisa. Ha 9 anni. Segue il padre in palestra, lo guarda mentre allena bambini e ragazzi in carrozzina. Resta folgorato. La squadra lo invita in campo, ma Kevin non ha il coraggio, corre a casa. La notte non dorme, pensa, ripensa, la volta dopo si presenta agli allenamenti. Sono pronto. Sale sulla carrozzina, con una mano muove le ruote, con l’altra palleggia. È difficilissimo! Le ore passano in fretta. L’allenamento è finito, Kevin è così felice che non vuole più uscire dal campo. Suda sette camicie finché entra a far parte della squadra. Ora ne ha due. In una gioca sulle sue gambe, nell’altra cerca di stare dietro ai compagni che si muovono in carrozzina come schegge. Passano gli anni. Kevin migliora così tanto sulle due ruote che guida la squadra alla prima vittoria in una partita ufficiale. È una gioia immensa. Tutti si abbracciano, piangono, ridono, e Kevin è lì, col cuore gonfio, in mezzo a quei ragazzi che l’hanno accettato, aiutato e supportato. Tra un canestro e l’altro compie 15 anni. Arriva la chiamata. Lo vogliono nel campionato paralimpico di serie b, nella stessa squadra in cui gioca il padre. Kevin tocca il cielo con un dito. Finalmente lui e il suo eroe scendono in campo insieme e lottano per lo stesso obbiettivo. È un’emozione fortissima. Kevin ha realizzato il suo sogno, ma è arrivato a un bivio. Fare due sport è troppo pesante. Deve scegliere, o le sue gambe o la carrozzina. Qualcuno consiglia di smetterla di fare il diverso, si è tolto lo sfizio di giocare con il papà, è tempo di guardare avanti. Tu puoi camminare, loro no. Kevin sorride. Quella che per molti è diversità, per lui è la normalità. Oggi Kevin ha 20 anni. Gioca sulle due ruote e allena la squadra con cui ha iniziato quella avventura.
Lui è Kevin
Altre storie simili:

Grazie all’uomo in aereo che ha cullato mia figlia per farmi riprendere fiato
Carolina era sola e in affanno, l’assistente di volo l’ha notato e si è offerto di aiutarla.

Lui è Lorenzo Lodigiani
“Due anni fa ho fondato una Startup insieme con il mio amico Giuseppe. Abbiamo trovato un ufficio a Milano che già era caruccio. Più andavamo avanti, più le bollette diventavano

Operata più volte per il cancro, da tre mesi aspetto i risultati dell’esame, mi sento abbandonata
Lei è Maria Jole Visconti, ha 36 anni, vive a Copertino, in Puglia. Aveva il cancro al seno, si è sottoposta a tre operazioni e alla mastectomia totale. I medici