Lui è Kepa. Ha 22 anni, fa il tassista a Bilbao, in Spagna. È una giornata come le altre, sta lavorando. Kepa riceve la telefonata di un amico. Ha bisogno di un favore. Una ragazza italiana è rimasta bloccata all’aeroporto di Madrid. Doveva tornare in Italia, non la fanno partire, è letteralmente col culo per terra. Kepa mette in moto e corre all’aeroporto. La ragazza sale a bordo e gli racconta le sue vicissitudini. Si chiama Giada, ha 22 anni, sta facendo un Erasmus all’università di Bilbao. Quando le hanno comunicato che le lezioni sarebbero proseguite solo online, ha deciso di rientrare a casa, in Veneto. Ha contattato l’ambasciata italiana in Spagna. Nessun volo diretto per l’Italia. L’unica soluzione era uno scalo a Parigi, per poi dirigersi verso Roma e infine volare su Venezia. È l’8 aprile. Giada si presenta all’aeroporto di Madrid. Non sono segnalate restrizioni, tutto tranquillo. Si dirige al check-in. Il bagaglio viene imbarcato. È fatta. Giada cammina lesta verso il gate. Ultimo controllo. Ci dispiace signorina, ma la Francia non accetta che i passeggeri in transito rimangano più di 12 ore. Il viaggio di Giada prevede uno scalo a Parigi di 24 ore. Giada prova a spiegare, dimostra che non aveva altre alternative, spiega che anche lei trova assurdo volare due giorni per arrivare dalla Spagna all’Italia. Niente da fare. Giada non può partire. A Madrid gli alberghi sono chiusi, è tardi, non ci sono mezzi per rientrare a Bilbao. Per fortuna c’è Kepa. Il giovane tassista, suo coetaneo, le offre un tetto, un pasto e un letto per la notte. Giada dorme, Kepa pensa. Sono le prime luci dell’alba. Kepa contatta la polizia basca a l’ambasciata. Spiega la situazione, illustra il suo progetto. Ottiene disco verde. Sono le otto del mattino. Giada sale in macchina, Kepa parte. Guida per circa 1.500 chilometri. Dopo 12 ore di viaggio Giada Collalto è finalmente a casa dai suoi genitori, a Montebello Vicentino. Kepa Amantegi saluta e riparte. Non voglio soldi in un momento per te di grande difficoltà.
Lui è Kepa
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