Lui è Justus. Vive in un villaggio del Ruanda. La casa è piccola, il cibo scarseggia, per trovare acqua pulita bisogna fare chilometri a piedi. Justus si addormenta spesso con i morsi della fame. La mamma lo stringe forte. Piccolo mio, farò di tutto perché tu possa studiare e avere una vita migliore. È il 1994. Justus ha 3 anni, sta giocando in strada, sente delle urla, alza la testa. Degli uomini armati sono entrati nel villaggio, sparano. Justus è paralizzato. Una mano lo afferra. È la sua mamma, lo porta dietro un muro, Justus si rannicchia accanto a lei, trattiene il fiato. Uno dei terroristi li scova, preme il grilletto. La madre di Justus crolla a terra, lui scappa, qualcuno lo solleva e lo infila dentro un’auto. Stai tranquillo, non vogliamo farti del male. Sono uomini della Croce Rossa, lo portano in un campo con altri sopravvissuti, Justus cerca la sua mamma, non la trova. Passano tre anni. Il campo chiude, Justus non sa dove andare, cammina per chilometri, raggiunge una discarica, si infila dentro la carcassa di un’auto e si addormenta. La mattina dopo rovista tra i rifiuti, mangia quello che trova. Passano dei bambini, hanno la divisa della scuola, ridono, sono felici. Gli occhi di Justus si riempiono di lacrime. Trascorre qualche mese. Justus sta bevendo da una pozzanghera, vede il volto di una donna riflesso nell’acqua. Gli ricorda la sua mamma. La donna sorride. Non avere paura, io sono Claire, sono una volontaria e aiuto i bambini come te, hai sete, hai fame? Justus la guarda dritta negli occhi. Voglio andare a scuola. Claire lo accompagna in orfanotrofio, diventa la sua nuova casa. Una mattina Justus entra nella stanza, sul letto trova una divisa scolastica. Justus la tocca, la annusa. È morbida e profumata, ed è tutta sua. È il 2014. Justus ha 23 anni, ha finito gli studi e si è diplomato con il massimo dei voti. Riceve una lettera dagli Stati Uniti. Legge, sgrana gli occhi. L’università di Harvard gli offre una borsa di studio. Vogliono lui, proprio lui. Justus guarda il cielo. Mamma, spero che tu sia fiera di me.
Lui è Justus
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