Lui è Jay. Vive in California, negli Stati Uniti. È sposato, ha una figlia. Rachel è una bambina con la sindrome di down, la coccolona di papà. Jay la accompagna in classe e la osserva mentre si siede al suo posto. Gli altri bambini giocano e ridono, Rachel resta sola. Jay parla con le maestre. Le insegnanti allargano le braccia. Facciamo il possibile per farla integrare, ma sua figlia ha dei limiti. Jay ha un groppo in gola. È estate. Porta la famiglia a Parigi. Prende la sua bambina per mano, fanno un giro al museo. Rachel entra nella sala, fissa i quadri, il suo corpo comincia a muoversi, salta, allarga le braccia, corre, è euforica. Jay si spaventa, Rachel si aggrappa alla sua camicia. Papà, ancora, ne voglio vedere ancora. Mano nella mano visitano tutti i musei della città. Rachel non è mai sazia. Jay non l’ha mai vista così felice. È il 16 novembre. La piccola Rachel compie 9 anni, Jay le consegna il suo regalo. Rachel lo scarta, spalanca la bocca. È una macchina fotografica. Così potrai portare sempre con te le cose belle. Rachel la scruta, accarezza i tasti, scatta, non smette più. Il tempo passa. È sera, Jay è curioso, prende la macchina, scorre gli scatti della sua bambina. Per la prima volta osserva il mondo con i suoi occhi, e ha la pelle d’oca. Corre da lei. Tesoro, sei bravissima! Rachel alza le spalle. Papà, con la macchina fotografica mi sento viva. Jay non perde tempo, la iscrive a un corso, qualche insegnante storce il naso. Questa bambina non può tenere il passo. Jay non ascolta. La accompagna alle lezioni, la aspetta fuori, ha il terrore di vederla uscire in lacrime. Rachel è un raggio di sole. Passano gli anni. Jay sprona la figlia a frequentare il liceo, poi le propone l’università. Rachel ha paura. Jay le mette in mano la macchina fotografica. Con questa puoi andare ovunque. Trova un appartamento vicino al campus, la chiama ogni sera, la sostiene nei momenti difficili. È il 2019. Rachel ritira la sua laurea in Belle Arti. Grazie papà, hai sempre creduto in me. Jay è il papà più orgoglioso del mondo.
Lui è Jay

CATEGORIA
PUBBLICATO IL
CONDIVIDI
Altre storie simili:

Lui è Gianluca Nicoletti
Lui è Gianluca Nicoletti, giornalista. Ha un figlio, si chiama Tommy ed è un ragazzo autistico che rischia di scomparire dai radar della società. Una volta compiuti 18 anni infatti

Papà mio, amore mio, diceva il piccolo Giuseppe Di Matteo mentre i falsi poliziotti lo portavano via
Lui è Giuseppe. Nasce nel 1981 a Palermo. Ama i cavalli, fa equitazione. Il padre si chiama Santino Di Matteo. È un mafioso, faceva parte di Cosa Nostra prima di

QUEL GIORNO TRA LA FOLLA, un attimo di distrazione, e mia figlia non c’era più
La bambina aveva 4 anni. Romina ricorda ancora oggi l’angoscia di quegli istanti.