Lui è Howard. Ha 14 anni. Vive nel Connecticut, Stati Uniti. È il 2019. Howard torna da scuola, mangia, fa i compiti, accende il computer e si dedica alla sua occupazione preferita, i videogames. Entra nella chat di gruppo, saluta gli altri giocatori, ragazzi di tutto il mondo che non ha mai visto, parlano delle nuove mosse e missioni da compiere. Uno di loro, un coetaneo che vive in Florida, è meno loquace del solito. Howard gli scrive. Come stai? Lui non risponde. Howard non si scoraggia, aspetta. Passano i minuti. Riceve un messaggio privato. Hey, dobbiamo parlare. È il ragazzo. Howard non perde tempo, lo chiama. L’amico ha la voce roca. Devo dirti una cosa. Howard è tutto orecchi. Il ragazzo scoppia a piangere. Urla. Non voglio più vivere. Howard apre la bocca, fa per parlare, si ferma. Non sa cosa rispondere. Dall’altro capo del telefono sente le grida dell’amico. Mi ucciderò. Howard è sconvolto, cosa deve fare? Meglio interrompere la chiamata, lasciar perdere e tornare a giocare, quelli non sono problemi suoi. No! Howard non ci riesce. Stringe i pugni. C’è solo una cosa che può fare. Piangi, sfogati, io sono qui, ti ascolto. Il ragazzo è incredulo, resta in silenzio, poi esplode. È disperato, la sua vita fa schifo, si sente solo. Howard ascolta, lo rassicura come può, le mani gli tremano, ha paura di cosa può succedere. Ma non molla, rimane al telefono con lui per più di due ore. Poi ha un’idea. Gli propone di chiamare il numero verde per i suicidi, loro sapranno come aiutarlo. Il ragazzo non vuole, Howard lo incalza. Io resto qui con te, non ti lascio. L’amico si convince, compone il numero, parla con l’operatore. Howard ne approfitta, prende il cellulare e chiama la polizia, devono trovare quel ragazzo, devono aiutarlo. Gli agenti si mettono all’opera. Howard resta al telefono, aspetta, il cuore in gola. Passano i minuti. A casa dell’amico squilla il citofono. È la polizia. Howard tira un sospiro di sollievo, il suo amico è salvo. Prima di lasciarlo gli strappa una promessa. Ci vediamo domani per giocare. Insieme.
Lui è Howard
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