Lui è Giuseppe. Nasce nel 1692 a Pirano, nella Repubblica di Venezia. È un bambino ribelle, non rispetta una regola. Mamma e papà lo spediscono in collegio. Diventerai prete, e calmerai i tuoi bollori. Giuseppe si fa una risata, prende il violino, suona che è una meraviglia. Sono troppo bravo per chiudermi in una chiesa. Scoppiano litigi, Giuseppe se la cava con una promessa. Farà l’avvocato. Finge di studiare, intanto suona. Cresce, si sposa in gran segreto, poi un bel giorno fugge a Roma. Lascia indietro la moglie, ma non il suo violino. È il 1713. Giuseppe si mette a letto. D’improvviso davanti ai suoi occhi compare una figura. È il diavolo! Giuseppe non si fa intimorire, afferra il violino e dà il meglio di sé. Sbircia il demone, vuole gustarsi la sua espressione stupita, di certo l’avrà lasciato di stucco con la sua bravura. Il diavolo non batte ciglio, fa comparire un violino dal nulla e comincia a menare le dita. Giuseppe impallidisce. È la melodia più bella che abbia mai sentito. Il sangue gli va alla testa, vorrebbe avventarsi contro quel demone sbruffone e spaccargli in due lo strumento, ma quella musica è nettare per le sue orecchie. Giuseppe ascolta estasiato, rapito, ormai gli si è mozzato il respiro, ha la sensazione di soffocare. Oddio! Si sveglia di soprassalto. Trema, è sudato. Del diavolo non c’è traccia, ma la melodia è ancora dentro di lui. Giuseppe afferra l’archetto. Le corde stridono, il legno vibra. Eccola, forse… Impreca, smette, ricomincia, pesta i piedi, niente. Passano giorni, settimane, anni. Giuseppe compone il Trillo del diavolo, una melodia splendida. La suona nei migliori teatri, riceve applausi, tutti dicono che è la sua opera migliore. Giuseppe storce il naso, quella del sogno era cento volte meglio, non gli va giù. Si rimette davanti al leggio prova e riprova senza sosta. Giuseppe Tartini suona il violino sino alla fine dei suoi giorni. Muore nel 1770. Il suo corpo riposa nella Chiesa di Santa Caterina, a Padova. E lì, di tanto in tanto, qualcuno dice di aver scorto un uomo nelle tenebre, intento a suonare il violino come un indemoniato.
Lui è Giuseppe
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