Lui è Giuseppe. Nasce a Palermo, quartiere Papireto, nel 1923. È il maggiore di sette figli, la sua famiglia è povera, pochi fronzoli, si pensa al pane, poi al companatico. Giuseppe ha 7 anni. La madre gli dà i soldi per la colazione, lui va a comprare dei libri ai Quattro Canti. Il padre lo prende per il collo. Basta scherzare, è tempo che ti rimbocchi le maniche. Lo trascina al lavoro, gli insegna a sudare, a sporcarsi le mani. Giuseppe legge di notte, sotto le coperte. Passano gli anni. Lavora come fattorino, fa il suo dovere, ma non è soddisfatto. Prega il padre di farlo studiare, trovano un compromesso, può fare l’avviamento professionale. Torna sui libri, prende otto in tutte le materie, ma finisce lì, niente superiori, niente università. Meglio un posto nelle Ferrovie dello stato. Sì papà, come vuoi. Giuseppe diventa telegrafista, poi capostazione, si sposa, diventa padre di due figli. Scopre che per fare carriera serve il diploma. Lui non ce l’ha. Frequenta le scuole serali, sgobba fino a trent’anni, diventa geometra. Il tempo passa, nascono i nipoti, la moglie muore, lui va in pensione. Ha 83 anni. E ora che si fa? Giuseppe si sfrega le mani. Ora si fa come dico io! Rispolvera la sua vecchia Olivetti, scrive un libro, ha l’entusiasmo di un ragazzino. È il 2017. Bussa alla porta del rettore dell’Università di Palermo. Senta, io vorrei iscrivermi, a lei andrebbe bene uno studente di 94 anni? Il Magnifico è stupefatto. Giuseppe va come un treno, al primo esame porta a casa trenta e lode. Storia greca lo manda in crisi, pensa di gettare la spugna. La professoressa lo marca stretto e lo tiene in partita, alla fine prende un bel 25 e va avanti. È il 2020. Scatta il lockdown. Email, videoconferenze, Giuseppe si barcamena con la didattica online, dà gli ultimi esami, a settembre si laurea in Storia e Filosofia con il massimo dei voti. È lo studente più anziano del mondo. Il rettore è entusiasta, lo prenota subito per la magistrale. Giuseppe ci pensa un po’ su, vorrebbe dire studiare fino a 99 anni, una bella età. Ma sì dai, perché no?
Lui è Giuseppe
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