Lui è Farrokh. Nasce a Zanzibar nel 1946. I genitori vogliono il meglio per il loro figlio, lo spediscono in collegio in India. Farrokh è intelligente, educato e talentuoso. È portato per il disegno e per l’arte, studia musica ed entra nel coro della scuola, ma soffre la lontananza da mamma e papà. Torna a Zanzibar. C’è la rivoluzione. La famiglia è costretta a trasferirsi a Londra. Farrokh ha 18 anni. Studia design, lavora come facchino per mantenersi, nel tempo libero bazzica la scena musicale dei suoi coetanei. Cerca di entrare in una band come cantante, ma per lui non c’è posto. Farrokh non si arrende. Un gruppo di amici ha appena perso il cantante, lui si fa avanti. È l’uomo giusto al momento giusto. Nascono i Queen. È il 1970. Farrokh diventa Freddie Mercury. Sul palco è eccentrico, si trucca, si maschera, si traveste. Fuori è una persona educata e timida. Inizia una relazione con Mary Austin, le dedica Love of my life. Convivono per 7 anni. Freddie non è felice, c’e qualcosa che non va. Rilascia un’intervista. Sono gay. Chiude la relazione con la moglie, ma lei resta il grande amore della sua vita. Freddie ha tanti amanti, ma nessuno è come Mary. È il 1975. I Queen incidono l’album che li consacra, A night at the opera. I tour aumentano, Freddie entra in una spirale di alcool, droga e promiscuità sessuale. Si definisce una prostituta della musica. Va a New York, frequenta discoteche alla moda, templi della droga e libertà sessuale. Incontra Jim Hutton, un parrucchiere. Si innamorano. È il 1985. I Queen partecipano al Live Aid, un concerto di beneficenza organizzato da Bob Geldof. Freddie e compagni realizzano una performance che passerà alla storia. Passa poco tempo. La salute lo abbandona. Freddie si ritira a vita privata con Jim e i suoi gatti a Garden Lodge, la sua casa di Londra, ma non smette di scrivere e di incidere album con i Queen. È il 22 novembre del 1991. Freddie Mercury rilascia un comunicato stampa. Ho l’Aids. Muore due giorni dopo. Aveva 45 anni.
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