Lui è Enrico. Vive sul lago di Garda, cresce sulle barche, la vela è la sua passione. È il 1996. Enrico ha 20 anni. Chiede un mutuo e compra la sua prima barca. Fa lo skipper, naviga, non si ferma più, va avanti per sette anni, fa il giro del mondo. Il mare è la sua vita. È il 2011. Enrico è in aereo, sta volando su Milano. Accanto a lui c’è una ragazza bellissima. Enrico si butta. Si chiama Giulia, ha 23 anni e fa la fotografa. Chiacchierano per tutto il viaggio. Appena atterrati Giulia lo presenta al padre. Enrico fa colpo. L’uomo sussurra alla figlia, quel ragazzo cambierà la tua vita. Enrico e Giulia continuano a sentirsi, lui ha una proposta. Parti con me. Lei non è mai salita su una barca. Girano il mondo, per cinque anni. È il 2016. Enrico e Giulia sono a Singapore. Lei non si sente bene, ha mal di pancia, la nausea. Corrono in ospedale. È incinta. Enrico è al settimo cielo. I mesi successivi li passano in mare. Nasce un maschietto, Kai. Enrico è diventato padre, è felice, ma il mare lo chiama. Riparte. Giulia aspetta un mese, poi fa i bagagli, insieme al figlio raggiunge Enrico in Alaska. La vita sulla terraferma non fa per loro. Girano i mari per un anno, poi decidono di tentare l’impresa. Tornare in Italia facendo il passaggio a nord ovest, contromano. È difficile, ma non impossibile. Il figlio è piccolo, ma Enrico vuole svezzarlo in fretta. Navigano tra lastre di ghiaccio, vento, tempeste. È dura, sono i primi italiani a riuscire nell’impresa. Arrivati a terra, scoprono che la famiglia sta per allargarsi. È un altro maschio. Lo chiamano Aua. Enrico aspetta che Giulia recuperi le forze, poi salgono tutti in barca e alzano le vele. Si parte per un altro giro del mondo. È il 2020. Si fermano alle Bahamas per fare rifornimento. Scoppia il coronavirus. Nessuno può lasciare l’isola. Enrico, Giulia e i bambini guardano il mare, fremono, sono impazienti. Sono i cinque mesi più lunghi della loro vita. Finalmente riparte. La stagione degli uragani si avvicina. È ora di tornare a casa.
Lui è Enrico
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