Lui è Efrain, ha 11 anni, vive in un paesino di montagna dell’Argentina. La madre lavora in città, Efrain abita con i parenti. La casa è piccola, dorme con lo zio e il nonno nello stesso letto. Si alza all’alba, fa colazione, poi il nonno lo prende per mano e si mettono in marcia. La scuola è lontana, devono percorrere tanti chilometri a piedi. Efrain cammina svelto mentre ascolta il suo amato nonno. Piccolo mio, io non ho potuto studiare, tu devi farlo, perché solo così avrai la possibilità di scegliere cosa fare nella vita. Efrain non capisce il significato di quelle parole, ma alza la testa, osserva gli occhi del nonno, e quello sguardo carico di emozione gli entra dentro e lo fa sentire vivo, amato, felice. A scuola ascolta con attenzione la lezione, registra ogni parola nella sua mente, non può permettersi libri o quaderni. Al suono della campanella, corre fuori dal nonno e si rimettono in marcia. Efrain è un fiume in piena, racconta quello che ha imparato, pure le parole in inglese. Il nonno ascolta, memorizza, ripete. I suoi occhi brillano. Nel pomeriggio Efrain lo aiuta nei campi, la sera impugna una vecchia matita e fai compiti sulla carta dei biscotti. Non importa se piove, nevica o c’è il sole, ogni mattina si alza e va in classe con il suo adorato nonno. Passa un anno, la scuola è finita, Efrain corre fuori, urla di gioia. Nonno, domani premiano lo studente migliore, gli assegnano una borsa di studio. Il vecchio gli fa una carezza. L’indomani mattina si svegliano all’alba. Efrain è agitato, cammina a passo svelto, raggiunge i compagni, si mette in fila, il nonno gli fa l’occhialino. In bocca al lupo piccolo mio. Il maestro fa i complimenti a tutti, poi pronuncia il nome del vincitore. Efrain non crede alle sue orecchie, si gira. Il nonno sta piangendo. Efrain sale sul palco, riceve un attestato e la borsa di studio, grazie alla quale può continuare a studiare. Poi si rivolge al maestro. La prego, può far salire mio nonno? L’anziano è sbalordito, si vergogna. Efrain gli offre la mano, gli consegna il premio e lo stringe forte forte.
Lui è Efrain

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