Lui è Carlo. Nasce a Roma nel 1950. Il padre è uno storico del cinema e docente universitario, la madre è una donna raffinata e ospitale. Carlo è un bambino vivace, corre per casa, fa scherzi alle domestiche, è un terremoto. Il padre è esasperato, lo rincorre con la cinghia. La madre lo tiene buono con la dolcezza, allestisce un teatrino dei burattini nel corridoio e lo fa recitare. È una donna di classe, i suoi salotti sono famosi in tutta la città, ogni sera c’è un’ospite a cena. Suona il campanello, Carlo apre la porta a Pasolini, De Sica, Rossellini, Zeffirelli. Li guarda ammirato, respira cinema ovunque si giri. Frequenta il liceo. È un gran burlone, intrattiene i compagni con scherzi e imitazioni. Un amico non ha il coraggio di farsi avanti con una ragazza. Ci penso io. Carlo imita la sua voce, la chiama e gli procura un appuntamento. Ha 14 anni. Va in gita scolastica in Grecia, lui e i compagni si ficcano in un bordello. Carlo finisce tra le grinfie di una donnona. Gli amici lo incitano. Vediamo quando sei macho. Lui si butta, è la sua prima volta. Un disastro. La donna si spazientisce e gli tira un ceffone. Finisce il liceo, ha ben chiaro cosa farà da grande. Frequenta il centro sperimentale di Cinematografia dove insegna il padre, che per non fare favoritismi lo boccia all’esame di Storia. Carlo è incredulo, ma tira dritto. Si diploma in regia e si laurea in Lettere. Ha 25 anni. Si prende una sbandata per una studentessa del padre. Finiscono nudi sulla scrivania dello studio dove lavora la ragazza. Nel momento clou qualcuno apre la porta, Carlo raccatta i vestiti e si lancia dalla finestra. Salta in motorino e scappa, in mutande. È un comico nato, fa cabaret e teatro. È così bravo che Sergio Leone lo vuole nel lungometraggio Un sacco bello. Carlo ha 30 anni, è una grande occasione. Recita, si prende quattro schiaffoni anche dal grande regista ma impara i trucchi del mestiere. Carlo Verdone sta per realizzare il suo grande sogno.
Lui è Carlo
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